Al 30esimo giorno dal crollo, l’ottimismo della volontà rischia di soccombere al pessimismo della ragione.
Nessuna decisione è stata ancora presa sulla demolizione e sulla ricostruzione, sui contributi agli sfollati, o sugli incentivi economici alle imprese coinvolte, alla logistica e alla portualità. Da ieri circolano diverse bozze di decreto, ma Lega e Movimento 5 Stelle al governo litigano su chi deve fare commissario, come se fosse un elemento rilevante per i genovesi, gli sfollati, gli operatori portuali.
I comunicati stampa ci informano che nella notte il premier Conte ha telefonato a Toti, forse negli stessi minuti in cui dal divanetto di Porta a Porta il Ministro Toninelli illustrava la brillante strategia del governo: revoca della concessione e affidamento dei lavori per decreto legge, e se Autostrade farà ricorso pazienza, la Corte Costituzionale ci metterà due anni e nel frattempo il ponte sarà ricostruito.
E il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi aggiunge: se l’Europa ci dirà che non si può, usciremo dall’Europa.
Fila tutto, non c’è dubbio. Cerco di convincermi che finirà tutto bene, ma mentre ci provo mi viene da piangere.
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