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LITIGANO SULLA NOSTRA PELLE

A 31 giorni dal crollo del ponte Morandi, dopo due Consigli dei Ministri convocati in città e la partecipazione ai funerali di Stato, il Governo torna a Genova, a mani vuote.

Non c’è traccia del testo del decreto, presentato ieri in conferenza stampa, ma che non è stato pubblicato sul sito del Governo, e con ogni probabilità non sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di oggi pomeriggio. Le dichiarazioni odierne del Presidente Sergio Mattarella "Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti" fa pensare che il testo del decreto legge non sia stato neppure trasmesso al Quirinale.

E l’inconsueta formula con cui il premier Giuseppe Conte ha presentato ieri il decreto in conferenza stampa “approvato dal Consiglio dei Ministri salvo intese con gli enti locali” fa dubitare che un testo vero e proprio ci sia davvero.

Di certo, il decreto non scioglierà i due nodi principali, di cui si discute da ferragosto: chi ricostruirà il ponte e chi sarà il commissario straordinario per i lavori.

Lega, Movimento 5 Stelle e Toti litigano sul ruolo di Autostrade e sul nome del Commissario, come se fosse un tema rilevante per gli sfollati, per i genovesi, per gli operatori della logistica e della portualità.
No. L’unica vera priorità è il fattore tempo. Decidano come vogliono, ma facciano presto.

Al Governo però non si mettono d’accordo, e prendono ancora tempo.

Poteva vincere Toninelli o poteva vincere Toti.
E invece a un mese dalla tragedia abbiamo ancora perso tutti.

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