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GENOVA NON FESTEGGIA

Dopo 45 giorni di attesa il Decreto Emergenze, che parla più di Ischia che di Genova, è ancora più deludente delle bozze che circolavano ieri.

Le risorse straordinarie per il Porto sono solo 30 milioni, e sottratte comunque agli altri porti italiani.

Le risorse per sostenere l'autotrasporto scendono da 180 milioni per il prossimo triennio a 20 milioni per il solo 2018

Il trasferimento straordinario per il trasporto pubblico locale scende da 80 a 20 milioni.

La possibilità di assumere dipendenti pubblici per l'emergenza scende da 500 a 250 unità, solo con contratti a tempo determinato per esigenze di protezione civile e polizia a locale e non potrà riguardare le società partecipate.

Nessuna previsione di cassa integrazione in deroga, o altri ammortizzatori sociali straordinari, per le imprese colpite dalla crisi, che quindi saranno costrette a licenziare.

Il decreto atteso 45 giorni non coglie la portata e la gravità della crisi che ha colpito Genova ed è lontanissimo da individuare le misure idonee a farvi fronte.

Nello stesso giorno il Governo decide di affondare Genova, e stanzia 10 miliardi per il reddito di cittadinanza.

Genova è l'esperimento di decrescita infelice di Casaleggio e soci.

Senza contributi e incentivi per porto e imprese, senza cassa integrazione in deroga, nei prossimi mesi l'occupazione a Genova crollerà con conseguenze drammatiche per migliaia di genovesi.

Potremo però metterci in fila per ricevere i 780 euro del reddito di cittadinanza.

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