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DIFENDERE GENOVA O LA POLTRONA?

La delusione per il contenuto del decreto emergenze è salita da tutta la città, dalle categorie economiche, dai sindacati, dagli operatori portuali, e dalla politica.

Sulla ricostruzione del ponte il decreto non deroga alle procedure di gara del codice degli appalti, e per escludere Autostrade espone le norme di emergenza al concretissimo rischio di ricorsi giudiziari che possono dilatare enormemente i tempi necessari.

Ancora peggio va sui contributi alla portualità, sulle risorse per gli sfollati, per le imprese e per i lavoratori.

Genova non può accontentarsi delle briciole, e deve alzare la voce.

Bisogna essere chiari, al di là delle appartenenze politiche, o si sta dalla parte di Genova o si sta contro.

Mi auguro che il Sindaco Bucci e il Presidente Toti diano seguito alle dichiarazioni di insoddisfazione di queste ore, esprimendo formalmente al Governo la inadeguatezza delle misure inserite e pretendendo modifiche migliorative.

I parlamentari liguri di ogni colore politico devono prendersi l’impegno, in fase di conversione del decreto, di presentare e sostenere emendamenti concordati con la città.

Infine, i membri liguri del governo, il viceministro Edoardo Rixi e il sottosegretario Simone Valente, sostengano quelle richieste, si attivino perché abbiano parere favorevole e copertura economica.

Altrimenti si dimettano. Scelgano se difendere Genova o la poltrona.

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