Il Vicepremier Salvini di fronte ai giudizi dei mercati sull’Italia, al calo della Borsa e alla crescita dello spread, fa appello al grande risparmio privato italiano: “sono convinto che gli italiani siano pronti a darci una mano”.
Una ricetta che sa di antico, e che mescola virtù private con vizi pubblici, evitando accuratamente di contenere i secondi. Anzi, l’aumento della spesa pubblica in deficit non finanzierà investimenti né lavoro (ma prepensionamenti e reddito di cittadinanza) e sarà sostenuta dal cuore (e dal portafoglio) generoso degli Italiani.
Ma dove sono questi Italiani generosi? Secondo i dati Eurostat 2016, le famiglie italiane possiedono solo il 5,2% del debito pubblico italiano. Una percentuale in picchiata. Era il 20% nel 2007, e addirittura il 35% nel 1997.
Altrove non va molto meglio, ma un po’ meglio. Le famiglie tedesche possiedono l’8,2% del debito sovrano della Repubblica Federale.
Ma allora chi possiede il nostro debito? Banche, Fondi italiani e Assicurazioni ne hanno sottoscritto il 46% Banca d’Italia il 16% Fondi stranieri il 32%
Anche quest’ultimo dato è illuminante. I fondi esteri sono sempre meno attratti dal nostro debito, ne possedevano il 40% nel 2011. Per fare un paragone, fondi stranieri possiedono il 52% del debito francese, il 56% del debito tedesco, il 58% del debito portoghese.
Ma allora ha senso fare appello al portafoglio autarchico degli italiani? O non è forse la complessiva affidabilità del Paese l’unica strada per poter finanziare una manovra in deficit?
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