Nelle tante giornate di sole di cui possiamo godere in Liguria tendiamo a dimenticare l'estrema fragilità della nostra terra, resa ancora più fragile dal cambiamento climatico e dall'intensificazione degli eventi atmosferici.
Una fragilità che spesso abbiamo realizzato noi stessi (o i nostri padri) costruendo dissennatamente in riva al mare, occludendo i corsi d'acqua, tombinando i rivi, pensando che le giornate fossero sempre e solo di sole e col mare calmo.
Oggi ce la prendiamo con la sorte. E invitiamo giustamente all'autoprotezione. Ma la politica può fare di più. Può curare la fragilità.
I recenti interventi (costosisssimi) sul Bisagno, sul Fereggiano e sul Chiaravagna dimostrano che si può rimediare ai danni fatti nel passato, investendo centinaia di milioni di euro in sicurezza.
Non solo si può. Si deve. O meglio, si dovrebbe. Perchè con quello che costa uno scolmatore o una diga davanti ad una spiaggia, ci costruisci svariati campi sportivi, parchi urbani, qualche parcheggio, distribuisci fondi a pioggia per manifestazioni varie per molti anni, inauguri a nastro fontane, statue equestri, archi di trionfo, panchine e passeggiate.
La cura della fragilità costa moltissimo e non crea consenso. Ma deve tornare ad essere una priorità per la nostra città e per la nostra regione. Anche nelle giornate di sole.
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