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NON E’ COLPA DEL PONTE

Bisogna dire la verità, anche se fa male. Se AMIU è al collasso nella raccolta dei rifiuti non è colpa del crollo del ponte.

Il Morandi ha distrutto un’isola ecologica e reso inservibile la pressa che Amiu usava per valpolcevera e ponente.
Ha reso quindi più difficoltosa la gestione dei rifiuti, ma il disservizio di Amiu di questi giorni per gravità ed estensione territoriale denuncia responsabilità che nulla hanno a che fare con il viadotto.

I cassonetti sono pieni perché AMIU non sa dove portare i rifiuti, perché gli impianti fuori regione non accolgono più le tonnellate necessarie.
E questo avviene perchè in un anno e mezzo di governo la nuova amministrazione comunale ha deciso di rinviare le scelte industriali, puntando ancora una volta tutto sulla discarica di Scarpino.

Il problema più grave per AMIU e per la nostra città è l’assoluta carenza di impianti nei quali trattare i rifiuti, per evitare di doverli portare in giro per l'Italia.

Non averli costruiti è stato uno tra i più gravi errori del centrosinistra al governo della città.
Il centrodestra sta facendo lo stesso. Anzi, sta facendo peggio.

Non voglio tornare alla diatriba AMIU pubblica o privata. Questa Giunta ha deciso di mantenerla saldamente in mano comunale. Bene. Ma senza impianti AMIU muore, la tariffa per i cittadini sale, e i cassonetti saranno sempre più pieni.

Nel piano industriale di Amiu 2018-2020 non c’è una lira per la costruzione degli impianti. C’è qualche decina di migliaia di euro per la progettazione, ma nessuno dice chi li costruirà e con quali soldi.

Perché? Perché li costruiranno i privati, anche se la Giunta non ha (ancora) il coraggio di dirlo.
Con il paradosso di mantenere comunale una società che non gestirà più i rifiuti ma si limiterà a raccoglierli, costretta a mandarli in impianti (privati) di terzi, pagando fior di quattrini.

E il grande risparmio atteso dalla riapertura di Scarpino si è rivelata una favola. Perché i rifiuti non possono andare direttamente a Scarpino, ma devono prima andare fuori provincia o fuori regione in un impianto di pretrattamento, e solo dopo il residuo secco può andare in discarica. Mentre la parte umida deve andare verso un impianto di biodigestione, che non abbiamo.
Tutti questi viaggi di andata e ritorno costano. E se gli impianti fuori regione accolgono un po’ meno della nostra spazzatura, ecco che Genova è invasa dai rifiuti.

Dopo settimane di ripetute richieste, finalmente lunedì la questione AMIU sarà trattata in Commissione Consiliare.
Non ricerchiamo colpevoli, ma pretendiamo numeri, trasparenza e verità.

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