Nuove foto aggiunte

AMIU, LE PROMESSE NON MANTENUTE FARANNO AUMENTARE LA TARIFFA

Mentre i cassonetti in città sono strapieni, e i sacchetti di immondizia si ammassano sui marciapiedi, in Comune è stata finalmente convocata la Commissione su AMIU che aspettavamo da questa estate.

Dopo aver ascoltato i presidenti di Municipoi che lamentano disservizi, e i rappresentanti dei lavoratori preoccupati per il futuro dell’azienda, abbiamo potuto rivolgere alcune domande all’Assessore all’Ambiente e ai vertici di Amiu.

Perché è stato ridotto il numero dei cassonetti?
Perché è stata diminuita la frequenza della raccolta?
Perché il piano industriale non prevede un euro per la realizzazione degli impianti per lo smaltimento dei rifiuti?
Perché non è stato prorogato il contratto di servizio di AMIU, come promesso nel 2017?
Perché non si realizzano nuove isole ecologiche?
Se si è scelto di mantenere pubblica AMIU, che senso ha far costruire gli impianti ai privati, depauperando l’impresa comunale dell’attività più redditizia?
Perché IREN, società partecipata dal Comune di Genova, continua ad investire in aziende e impianti per la gestione dei rifiuti in Liguria ma non a Genova?
Il piano finanziario 2018 è stato calcolato su un tasso di raccolta differenziata al 50%. A novembre siamo al 33%, se non arriviamo al 50% come riusciremo a non aumentare la tariffa per cittadini e imprese?
Quanto risparmia l’azienda con la riapertura di Scarpino?

Le risposte, purtroppo, sono state evasive e preoccupanti.

A luglio 2017 la Giunta Bucci aveva promesso la realizzazione di impianti industriali per la gestione dei rifiuti, l’insediamento di nuove isole ecologiche, la proroga del contratto di servizio di Amiu.
Dopo un anno le promesse sono rimaste lettera morta.

Il Comune ha preferito rinviare le scelte industriali, e puntare ancora tutto sulla discarica di Scarpino.
Ma non c’è alcuna chiarezza sul risparmio derivante dalla riapertura della discarica, tanto che si può dubitare perfino che un risparmio ci sia.

Avere calcolato la tariffa su un tasso di raccolta differenziata a al 50% rischia di regalarci un brutto risveglio. Siamo lontanissimi da quell’obiettivo, e le conseguenze le pagheranno cittadini e imprese con l’aumento della tariffa.

Non stanno meglio i lavoratori. La mancata proroga del contratto di servizio, promessa da Bucci nel 2017, e il probabile coinvolgimento dei privati nella costruzione degli impianti mettono a rischio il futuro di AMIU, e la renderanno un’azienda pubblica che fa solo spazzamento e raccolta, costretta a stringere accordi onerosi con privati per la gestione dei rifiuti.

www.facebook.com/AlessandroTerrile.it/photos/...