Nuove foto aggiunte
11 gennaio 2019
PERCHE’ NON PARTONO I LAVORI?
Dovevano partire il 15 dicembre, come da relativa cerimonia con Bucci, Toti e Rixi, poi nei primi giorni di gennaio, e ora si dice tra il 21 e il 24.
Lunedì saranno 5 mesi dal crollo del Ponte Morandi, ma i lavori per la demolizione dei monconi non sono ancora iniziati.
E non inizieranno almeno fino al 21 gennaio. Sempre che il prossimo venerdì 18 gennaio come annunciato dal Commissario si arrivi davvero alla firma del contratto con le imprese che dovranno demolire e ricostruire.
Perché al di là della propaganda e dell’ottimismo di maniera, dopo 150 giorni dal crollo non è ancora stato firmato il contratto per la demolizione e la ricostruzione del viadotto.
E non è certo un caso che la trattativa tra Commissario e imprese stia durando più del previsto, e con ogni probabilità si chiuderà con un contratto che separerà espressamente le distinte responsabilità, tempistiche e penali per demolitori e ricostruttori, invece del contratto con un unico general contractor per entrambe le fasi come era stato auspicato fino alla settimana scorsa.
I continui annunci del Commissario sul nuovo ponte entro fine anno, senza peraltro che sia stato adottato un progetto definitivo di demolizione e che si sia ottenuto il dissequestro del moncone est, hanno convinto le imprese che dovranno costruire il nuovo viadotto a tenere ben distinta la loro responsabilità dalla fase di demolizione.
Insomma, visto che la demolizione non è ancora iniziata e non è chiaro quando sarà completata, Salini, Fincantieri e Italferr non vogliono assumersi responsabilità per il ritardo, che non è a loro imputabile.
Non è una bella notizia per Genova e per i Genovesi. Vuol dire, in sostanza, che nemmeno le imprese aggiudicatarie scommettono su una rapida demolizione.
E mentre i nuovi annunci fanno dimenticare quelli vecchi, oggi nessuno si ricorda più che era stato promesso di demolire i monconi entro fine 2018, e tra qualche mese nessuno ricorderà più che era stato promesso un nuovo ponte entro Natale 2019.
Dovevano partire il 15 dicembre, come da relativa cerimonia con Bucci, Toti e Rixi, poi nei primi giorni di gennaio, e ora si dice tra il 21 e il 24.
Lunedì saranno 5 mesi dal crollo del Ponte Morandi, ma i lavori per la demolizione dei monconi non sono ancora iniziati.
E non inizieranno almeno fino al 21 gennaio. Sempre che il prossimo venerdì 18 gennaio come annunciato dal Commissario si arrivi davvero alla firma del contratto con le imprese che dovranno demolire e ricostruire.
Perché al di là della propaganda e dell’ottimismo di maniera, dopo 150 giorni dal crollo non è ancora stato firmato il contratto per la demolizione e la ricostruzione del viadotto.
E non è certo un caso che la trattativa tra Commissario e imprese stia durando più del previsto, e con ogni probabilità si chiuderà con un contratto che separerà espressamente le distinte responsabilità, tempistiche e penali per demolitori e ricostruttori, invece del contratto con un unico general contractor per entrambe le fasi come era stato auspicato fino alla settimana scorsa.
I continui annunci del Commissario sul nuovo ponte entro fine anno, senza peraltro che sia stato adottato un progetto definitivo di demolizione e che si sia ottenuto il dissequestro del moncone est, hanno convinto le imprese che dovranno costruire il nuovo viadotto a tenere ben distinta la loro responsabilità dalla fase di demolizione.
Insomma, visto che la demolizione non è ancora iniziata e non è chiaro quando sarà completata, Salini, Fincantieri e Italferr non vogliono assumersi responsabilità per il ritardo, che non è a loro imputabile.
Non è una bella notizia per Genova e per i Genovesi. Vuol dire, in sostanza, che nemmeno le imprese aggiudicatarie scommettono su una rapida demolizione.
E mentre i nuovi annunci fanno dimenticare quelli vecchi, oggi nessuno si ricorda più che era stato promesso di demolire i monconi entro fine 2018, e tra qualche mese nessuno ricorderà più che era stato promesso un nuovo ponte entro Natale 2019.