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INSOFFERENTI ALLE REGOLE DEMOCRATICHE

La democrazia è faticosa, e porta con sé una certa dose di ritualità che può apparire vuota.
Ma finché la nostra civiltà non avrà trovato migliori forme di governo e di convivenza tutti dovrebbero rispettarne le regole e custodirne lo spirito, specialmente gli amministratori pubblici che hanno giurato sulla Costituzione.

Fin dall’inizio del suo mandato, Bucci ha dimostrato insofferenza alla democrazia consiliare, pur godendo dell’ampia maggioranza che la legge elettorale assicura a tutti i Sindaci.

L’ultima trovata della maggioranza di centrodestra è una proposta di modifica del Regolamento del Consiglio Comunale pervenuta senza alcun preavviso lunedì scorso in Commissione Consiliare.

La proposta prevede che quando su una pratica in discussione siano presentati diversi emendamenti o ordini del giorno, il Presidente del Consiglio può accorparne la votazione in modo omogeneo al parere formulato dalla Giunta. Sull’eventuale dissenso di uno o più consiglieri decide il Consiglio, a maggioranza.

In pratica la Giunta dirà su quali emendamenti è favorevole e su quali è contraria. E il Consiglio farà due sole votazioni, esaminando complessivamente prima gli uni e poi gli altri, in due corposi pacchetti: prendere o lasciare.

Eppure già oggi a Regolamento vigente, la maggioranza può comprimere fino praticamente ad escludere la discussione: a gennaio in sede di esame del Bilancio ogni gruppo consiliare ha avuto a disposizione soli 10 minuti per intervenire complessivamente su 196 ordini del giorno. Poco più di 3 secondi per ogni documento.

Il bilancio è stato approvato in due giorni. Le sedute del Consiglio Comunale durano in media non più di due o tre ore a settimana.

Ma non basta. Le votazioni fanno perdere troppo tempo. Per i manager il tempo è denaro.
E allora bisogna accorpare tutto. Senza badare al fatto che un consigliere dovrebbe essere libero di votare secondo coscienza ogni singola proposta, indipendentemente dal parere della Giunta.

Ci siamo opposti a questa proposta liberticida, ritenendola illegittima.
E siamo riusciti a rinviarne l’approfondimento ad una nuova commissione.

Sono certo che non finirà qui.
E se dovesse arrivare in aula, questa volta non finirà lì.
Se il Consiglio deciderà di toglierci la libertà di voto, troveremo un Giudice che ce la restituirà.

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