Domenica prossima, 3 marzo, gli elettori del PD sceglieranno il Segretario nazionale con le Primarie. Innanzitutto un grazie alle migliaia di volontari che renderanno possibile questo esercizio di democrazia che non ha eguali nel nostro paese.
Questa volta in gioco non c’è solo chi sarà il prossimo segretario. Le primarie del PD assumono una valenza politica più generale, perchè l’affluenza ci dirà se è possibile ricostruire nel campo del centrosinistra un’alternativa al governo giallo verde. Sono l’occasione di una reazione collettiva.
Le piazze piene di questi ultimi mesi fanno ben sperare, dal PD in Piazza del Popolo il 30 settembre, alla manifestazione unitaria dei sindacati il 9 febbraio, ai 10mila genovesi in corteo il 26 gennaio.
Ma la protesta non basta, l’alternativa ha bisogno di una prospettiva politica chiara, per questo mi auguro che dalle Primarie esca un Segretario con una legittimazione ampia e un risultato netto.
Sostengo la candidatura di Nicola Zingaretti, perché voglio cambiare il PD, farlo uscire dall’isolamento politico e sociale che lo ha condannato alla sconfitta, e ricostruire un centrosinistra forte, inclusivo e autorevole.
In questi anni le crescenti diseguaglianze hanno fatto illudere che le promesse di Lega e Movimento 5 Stelle fossero una soluzione. Non basterà il loro fallimento per recuperare una credibilità a sinistra.
Occorre ripartire dai nostri valori più profondi, l’uguaglianza, il lavoro, uno sviluppo sostenibile, l’inclusione sociale, e saperli declinare in un contesto tutto nuovo. Per farlo bisogna aprire porte e finestre del PD, fare circolare idee, fare entrare nuove energie. Una sfida che solo Nicola Zingaretti può raccogliere.
Sarà un percorso lungo e certamente non facile. Ma se il PD volta pagina, può voltare pagina il Paese.
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