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BOMBA O NON BOMBA

Dopo le segnalazioni e gli esposti dei cittadini della Valpolcevera, dopo le analisi più approfondite richieste dalla Procura di Genova, la commissione esplosivi ha fermato l’implosione della pila 8 del Ponte Morandi programmata per sabato mattina.

Quello che resta del ponte contiene amianto, e non esiste un piano per il contenimento delle polveri.

Non è purtroppo solo un ritardo tecnico di qualche giorno.
Il rinvio della demolizione ha scoperchiato un problema enorme, legato all’utilizzo dell’esplosivo.

Se non si riuscirà a mettere a punto un piano di sicurezza adeguato, si dovrà evitare l’utilizzo dell’esplosivo per la pila 8 e passare allo smontaggio. Sarà più costoso e ci vorrà più tempo.

Ma per ammissione del Commissario Bucci si può avere un piano B o C per la pila 8 ma non c’è alcun piano alternativo all’uso dell’esplosivo per le pile strallate 10 e 11, quelle sul lato est sopra via Porro e via Fillak.

E il fatto che siano pile alte 90 metri, quasi il doppio di quelle sul lato ovest, rende certamente più complessa la predisposizione di un adeguato piano di contenimento delle polveri.

In sostanza, la rinuncia all’esplosivo rischia di allungare di qualche settimana i tempi di demolizione sul lato ovest, ma rischia di paralizzare la demolizione sul lato est.

E pensare che il famoso contratto prevede per il 31 marzo, tra poco più di 20 giorni, l'inizio dei lavori di ricostruzione.

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