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BUSINESS DEI MATRIMONI? NON PER IL COMUNE

Alcune settimane fa ho sollevato la strana questione della delibera di giunta del 31 gennaio scorso, che individuava quattro ville private quali Uffici separati dello Stato Civile ove celebrare matrimoni: Palazzo della Meridiana, Villa dello Zerbino, Palazzo del Principe e Villa Chiossone.

Rispondendo alla mia interrogazione, l’amministrazione comunale ha chiarito che non c’è stata alcuna procedura di gara per selezionare le quattro dimore private, scelte nell’ambito del progetto “Genova Wedding City” per affermare la nostra città quale destinazione privilegiata per i matrimoni e le unioni civili.

Anche il piano tariffario è una sorpresa.
Oggi sposarsi nel fine settimana a Palazzo Tursi costa 441,00 Euro.
Scegliere la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale costa 1.537,00 Euro
Sposarsi invece nelle sale comunali di Villa Pallavicini a Pegli o del Castello d’Albertis costa 1.179,00 Euro.

La stessa cifra di 1.179,00 Euro sarà richiesta per le quattro nuove dimore private. Ma 350,00 Euro andranno ai gestori delle ville a titolo di rimborso spese per l’allestimento della cerimonia.

Insomma, il Comune amplia l’offerta dei luoghi in cui sposarsi civilmente, ma introiterà dai matrimoni celebrati nelle dimore private decisamente meno di quanto incassa dall’uso dei palazzi pubblici.

Un bel business. Per i privati.

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