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DEMOLIZIONE, ANCORA TROPPA INCERTEZZA

Siamo al 31 marzo, la data prevista per l’avvio della ricostruzione del viadotto.
Ma quello che resta del Morandi è ancora lì. Sono scese a terra cinque travi tampone, l’ultima proprio ieri, ma nemmeno una struttura portante del viadotto è stata fino ad oggi demolita.

Da gennaio in Consiglio Comunale chiediamo aggiornamenti e risposte sui tempi effettivi dei lavori, sulle garanzie per la salute per i cittadini e sulla viabilità. Ma al di fuori delle conferenze stampa e degli annunci abbiamo ottenuto quasi nulla, tanto che tutti i consiglieri di opposizione hanno sottoscritto la richiesta di un Consiglio comunale straordinario sulla demolizione e ricostruzione del viadotto, che si terrà martedì prossimo.

Nel frattempo lo scorso mercoledì, a pochi giorni dal Consiglio straordinario, è stata convocata una commissione consiliare con l’audizione della struttura commissariale, ASL, ARPAL e i comitati dei cittadini della Valpolcevera per trattare specificamente l’impatto sulla salute del grande cantiere.

Il quadro che ne è emerso è purtroppo ancora di totale incertezza sui tempi di demolizione e perfino sulle tecniche che saranno utilizzate.
Abbandonato l’uso dell’esplosivo per i piloni sul lato ovest (il primo doveva implodere il 9 marzo), non è chiaro se si potrà fare implodere le pile 10 e 11, quelle strallate su Via Porro.

“Gli scenari sono ancora tutti aperti” ha detto Simone Gambula di Rina Consulting “tre settimane fa, dopo il ritrovamento dell’amianto nella pila 8, la strategia è cambiata. Non si sa se le pile 10 e 11 verranno smontate o abbattute con l’esplosivo. Si stanno facendo valutazioni, ma ovviamente si sta già pensando anche a possibili alternative all’esplosivo”.

Che impatto avrà sui costi e sui tempi la rinuncia all’esplosivo per le due torri alte 100 metri?
Quali misure saranno poste in essere per contenere le polveri di amianto?
Dove saranno stoccati i detriti?
Queste sono alcune delle domande che restano senza risposta, a due giorni dal fatidico 31 marzo.

Mentre si rafforza il dubbio che il prossimo Natale il ponte che potremo vedere in Valpolcevera assomiglierà più al vecchio Morandi che al nuovo viadotto di Piano.

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