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SE LA BANDIERA DIVENTA UN CARNEVALE

Genova quest'anno ha una nuova festa, due giorni prima del 25 aprile.

Lo scorso 8 gennaio il Consiglio Comunale approvò con una sola astensione la proposta di festeggiare il 23 aprile la bandiera di Genova, nel giorno in cui il calendario commemora San Giorgio.

La mozione prevedeva l’organizzazione di manifestazioni, convegni ed eventi atti a conservare la memoria storica della bandiera di San Giorgio anche con il coinvolgimento degli istituti scolastici genovesi di ogni ordine e grado, dell’Università degli Studi di Genova e di tutte le associazioni e gli enti interessati, sia nazionali che internazionali.

Nelle settimane successive l’organizzazione dell’evento ha preso un po’ la mano. Messi da parte convegni, scuole e università, il Comune ha appeso centinaia di bandierine nelle principali vie della città, e distribuirà presso i mercati rionali miglia di bandiere 50 per 70.

L’evento clou martedì pomeriggio. Al posto del consiglio comunale un corteo storico, bande musicali, l’immancabile nomina di una decina di ambasciatori di Genova nel mondo e poi al Porto Antico focaccia e vino bianco.

Per iniziare i festeggiamenti, oggi a Tursi sono state distribuite le bandiere ai consiglieri comunali, con relativo drappeggio dei banchi di giunta e maggioranza.

Ho grande rispetto per la bandiera della città e altrettanto per l’aula del Consiglio Comunale. Per questo non ho partecipato all’ostensione del vessillo peraltro in un giorno in cui in aula rossa si discuteva di aree di sgambatura per cani.

E per quel rispetto in fondo mi dispiace che la memoria della bandiera di Genova si riduca alla solita costosa carnevalata, con il rischio di confondere le nostre radici ad un’autosufficienza provinciale tipo “ciao Milano” che più che una prova di orgoglio sembra tanto una confessione di debolezza.

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