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I RITARDI E I SILENZI INTORNO AL PONTE

La Commissione consiliare territorio ha finalmente ricominciato ad occuparsi della demolizione del Ponte Morandi e della ricostruzione del nuovo viadotto. Ieri mattina abbiamo condotto un sopralluogo in cantiere.

I lavori sono in ritardo, per tutta una serie di ragioni del tutto comprensibili: su tutte i carotaggi per le verifiche dell’amianto e il mancato utilizzo dell’esplosivo per la porzione a ponente.

Ma sull’entità del ritardo, si continua a fare finta di niente.

Lo scorso 19 marzo il Commissario aveva annunciato la pubblicazione di un nuovo cronoprogramma, che però non è mai stato pubblicato.
Il 17 aprile, sempre Bucci aveva quantificato il ritardo in due settimane.

Ma come stanno davvero le cose?
Il cronoprogramma allegato al contratto di appalto del 18 gennaio è l’unico riferimento temporale per l’esecuzione dei lavori, come è stato confermato dalla struttura commissariale nella seduta di mercoledì.

Quel documento prevede scadenze precise per completare la demolizione e consegnare le aree ai ricostruttori.
Delle prime cinque scadenze, solo la demolizione della Pila 5 è avvenuta nei tempi previsti.

La demolizione della Pila 8 doveva terminare il 27 febbraio (79 giorni di ritardo).
La Pila 7 il 25 marzo (53 giorni di ritardo). La Pila 6 il 16 aprile (31 giorni di ritardo).
Una delle due torri strallate, la Pila 11, doveva essere demolita entro il 30 aprile. Ma si sta ancora discutendo di come demolirla.

Nonostante il cronoprogramma sia stato sottoscritto meno di 4 mesi fa, si sono accumulati ritardi così ingenti da mettere in dubbio la validità di quelle previsioni.
Il ritardo è recuperabile? O comporterà uno slittamento della fine lavori?
E le forti penali che erano state previste?

Non è stato possibile avere risposte precise.

E intanto nella sezione Demolizione sul sito del Commissario compare questo avviso:
“Il cronoprogramma contenuto all'interno della relazione è in fase di ridefinizione continua e costante e per tanto le date in esso presenti non sono da prendere in considerazione come certe”.

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