Non è stato un comizio. Quello di Casapound è stato una provocazione ed un oltraggio alla storia e ai valori della nostra città. Prova ne è che in Piazza Marsala i manifestanti accorsi non erano più di 20.
Per costoro è stato militarizzato il centro fin dalle prime ore dell'alba e paralizzata la città per un intero pomeriggio. Schierati 300 uomini delle forze dell'ordine, blindati, barriere, evacuazione delle auto parcheggiate e dei cassonetti, tombini saldati.
Il Sindaco che nega gli spazi al PD, che rifiuta il patrocinio al Liguria Pride, che minaccia i Municipi di commissariamento, davanti a Casapound diventa improvvisamente liberale.
Il Comune, che la settimana scorsa ha lavorato una giornata intera per far saltare la Festa del PD, è diventato paladino delle libertà elettorali.
"Non si poteva fare diversamente" dice il Sindaco. Non è così. Si è sempre fatto diversamente.
Solo che oggi a Genova è più facile dire no al PD che a Casapound. Perché la destra al governo di Comune e Regione liscia il pelo alla destra estrema, invece di arginarla.
Ma lasciamo pure perdere le ideologie, i valori e la tradizione della città. Stiamo al gioco di Bucci e parliamo solo di mission e di efficienza.
Al comizio erano in 20. Non era mai successo a memoria d'uomo che migliaia di genovesi subissero un tale disagio per due dozzine di militanti.
E’ stata una brutta giornata per Genova, una giornata che ci ha fatto ricordare il 2001.
Condanno nel modo più netto la violenza da parte di alcuni militanti antifascisti. Ma in piazza c’erano migliaia di manifestanti pacifici che hanno dovuto mettersi al riparo da centinaia di lanci di lacrimogeni.
E c’era Stefano Origone, giornalista di Repubblica, colpito a calci e manganellate anche quando ormai era a terra.
E fuori da Piazza Corvetto c’era una città attonita e paralizzata.
Tutto questo si poteva evitare. Basta volerlo, bastava assumersi le proprie responsabilità.
Invece di cercare assurdi pretesti o di giocare allo scarica barile, il Sindaco chieda scusa alla città.
Genova non meritava di ripiombare nella sua storia. Genova non merita di tradire la sua storia.
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