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SUI DETRITI SI NAVIGA A VISTA

Si avvicina la data del 24 giugno, in cui è prevista l’implosione delle pile 10 e 11, le due torri strallate del Ponte Morandi, ma al momento non è stata presa una decisione su dove conferire le 40.000 tonnellate di detriti, per cui saranno necessari 4.000 viaggi di autocarri.

Nel corso della Commissione Territorio di mercoledì pomeriggio, la struttura commissariale ha risposto alle domande dei consiglieri comunali e municipali, confermando che al momento non è stata presa alcuna decisione, ci sono solo alcune ipotesi.

Tra le ipotesi anche quella di non portare i detriti da nessuna parte, ma di triturarli e lasciarli sul posto, a formare le colline artificiali del nuovo “Parco del mare”, il parco che dovrebbe nascere sotto il nuovo viadotto.

Ma al di là della creatività dei paesaggisti, il tema del conferimento dei detriti è centrale per rispettare costi e tempi della demolizione, e il ritardo con cui la struttura commissariale sta approcciando il problema non può che destare preoccupazione, anche per l’impatto che il movimento di 4.000 autocarri avrebbe sulla viabilità già precaria della Valpolcevera.

La difficile gestione dei detriti è infatti legata alla presenza (o non presenza) di fibre di amianto che non consentono il conferimento in discarica, facendo lievitare tempi e costi dello smaltimento. Durante la commissione di ieri si è parlato di un nuovo incontro tecnico per martedì prossimo, che potrebbe essere risolutivo.

Restano forti le perplessità per la sottovalutazione della questione. Il ponte è crollato da più di 9 mesi e il problema dei detriti non può essere considerato una sorpresa.

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