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LA GUERRA SENZA VISIONE A KEBAB E CLOCHARD

Il centro di Genova sta vivendo un declino commerciale senza precedenti.

All’edificio de La Rinascente inutilizzato da quasi un anno si è aggiunta la cessazione dell’attività di numerosi negozi storici. Con una crescente difficoltà a riempire gli spazi rimasti liberi: i locali dell’ex libreria Fiera del Libro in Piazza De Ferrari sono vuoti da oltre due anni.

Nel centro storico il fenomeno si declina nella desertificazione o nella dequalificazione commerciale di arterie dalla grande tradizione commerciale come Via San Luca.

Proprio un anno fa la giunta comunale aveva approvato una delibera, cosiddetta anti kebab, che aveva lo scopo di tutelare il decoro e di difendere i negozi tipici.
Sbandierata come una rivoluzione copernicana che avrebbe garantito il rilancio del commercio nel centro, la delibera fissava una serie di divieti per le nuove aperture in centro storico, di fatto vietando negozi etnici e minimarket cinesi.

Dopo un anno, non c’è traccia di risultati. Anche perché la delibera distingue tra nuove aperture e licenze esistenti che possono comunque essere cedute consentendo di fatto nuove aperture mascherate.

Un effetto però pare averlo raggiunto. A quanto riferisce l’assessore Vinacci, la norma anti kebab impedisce l’apertura nel centro storico di due punti vendita della catena tedesca di cosmetici e alimenti bio, pronta ad investire e ad assumere a Genova, interessata anche all’edificio de la Rinascente.

La Giunta ne ha discusso la settimana scorsa, si è parlato di deroga o di temporanea sospensione, ma al momento non è stata trovata una soluzione.

Si procede così, a tentoni, senza una visione complessiva e la capacità di immaginare interazioni tra il centro e le limitrofe aree di trasformazione (Waterfront, Ponte Parodi, Hennebique).
Con lo stesso spirito è stato messo in vendita l’ex Mercato del Pesce. E dopo l’asta deserta lo si metterà ancora in vendita, senza uno straccio di idea sul suo futuro.

E allora i problemi del centro città sembrano ridursi ai clochard sorpresi a dormire in Piazza Piccapietra e prontamente multati dai vigili urbani.

La multa di 200 euro non è solo inutile e ingiusta, ma è la spia di una cultura di governo che confonde le cause con gli effetti. Che si trincera dietro una legalità di maniera per non cogliere la complessità dei problemi. Che preferisce ricercare colpevoli piuttosto che soluzioni.

Vale per i kebab come per i clochard.

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