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UN MONUMENTO ALL’ANTIPOLITICA

La TAV Torino Lione è solo l’ultimo tassello. Prima ci sono state le trivelle, il gasdotto TAP, la chiusura dell’ILVA, il terzo valico ferroviario, gli aerei F35, il finanziamento delle olimpiadi invernali.

Per tacere del trucco bambinesco del mandato zero, che serve a consentire un terzo mandato senza dire che è il terzo, perché quello nuovo si aggiunge all’inizio, un po’ come i prequel di Guerre Stellari.

Il Movimento 5 Stelle ha preso in giro milioni di cittadini raccontandogli una caterva di balle.
Per anni i grillini hanno fatto intendere che quelle opere erano inutili. Che l’Italia e Taranto potevano vivere tranquillamente senza l’ILVA. Che chi governava voleva realizzare le infrastrutture per inconfessabili motivi di corruttela e malaffare, e che tutto si sarebbe potuto bloccare con grande risparmio per i cittadini.

In un anno di Governo, le balle sono scoppiate al sole come bolle di sapone.
Le trivelle non sono state fermate. Il Gasdotto TAP sarà realizzato. Lo stabilimento ILVA è stato ceduto a Arcelor Mittal proprio come aveva proposto il PD. Proseguono i cantieri del terzo valico ferroviario e della TAV Torino
Lione. Continueremo a comprare gli F35 e il governo finanzierà a piena mani le olimpiadi di Milano-Cortina.

Questa enorme divaricazione tra quanto hanno promesso e quanto effettivamente hanno fatto non farà che aumentare il sentimento dell’antipolitica, il disprezzo per le istituzioni, la diffidenza per ogni rappresentante.

Perché si può anche discutere se tutto questo è frutto di un’eccessiva spregiudicatezza, o di un dilettantismo da cialtroni, o di una incapacità ad afferrare la vera complessità delle questioni, ma quei milioni di italiani convinti dal verbo grillino che la TAV è figlia degli oscuri disegni di politici corrotti, oggi tenderanno a pensare lo stesso anche del Movimento 5 Stelle.

Ai loro occhi, i passi indietro grillini saranno la conferma che la politica è tutto un magna magna.
E una politica senza profondità di pensiero, che rinuncia ad analizzare onestamente le complessità delle questioni, rischia perfino di assecondare una lettura del genere.

Per questo Di Maio e compagni sono il più grande monumento all’antipolitica mai eretto nel nostro Paese.

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