Per dodici mesi il Comune, che è proprietario dell’edificio, è rimasto a guardare. Poi a inizio agosto ha pubblicato un bando per la concessione e la valorizzazione dell’immobile, con scadenza di presentazione al 16 settembre.
Non è facile preparare un business plan, mettere insieme forze e disponibilità nel pieno di agosto. Ma la Giunta ha deciso così.
Le condizioni previste nel bando lasciano poi a desiderare. La concessione è di soli tre anni. Un tempo così limitato da scoraggiare ogni serio investimento e progetto di valorizzazione.
Ma quello che fa più rabbia è che il Comune, dopo aver lasciato chiudere il Teatro non avendo ascoltato le richieste di aiuto economico dei precedenti gestori, oggi diventa improvvisamente generoso.
Viene azzerato il canone di locazione, che prima era di 7.000 euro/anno oltre IVA. Il Comune pagherà per il primo anno la corrente elettrica, con un esborso previsto di circa 10.000 euro, e inoltre riconoscerà al gestore la somma di 20.000 euro per i costi di avvio.
A queste condizioni molto probabilmente il Teatro non avrebbe chiuso. Ma forse l’obiettivo non era tenerlo aperto, ma far andare via chi c’era per dare spazio a qualcun altro.
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