Un mese fa nessuno avrebbe immaginato che sarebbe andata così. La spregiudicatezza di Matteo Salvini ha condotto il Paese alla crisi di governo più pazza del mondo, e ha riportato la discussione politica alla centralità del Parlamento.
Il Partito Democratico ha compiuto una scelta difficile e non scontata. Sono convinto che abbia fatto il proprio dovere, ponendo ancora una volta l’interesse del Paese sopra ogni altro.
E ci è arrivato unito, grazie ad un lavoro di squadra a partire dal cambio di prospettiva di Matteo Renzi per finire con la tessitura e le trattative condotte da Nicola Zingaretti e Andrea Orlando.
Il PD porta a casa ministeri chiave, come l’Economia, le Infrastrutture, la Difesa, gli Affari Europei. E soprattutto Paolo Gentiloni commissario europeo con buone possibilità di ottenere gli affari economici nella Commissione.
Una vera svolta, che si fonda sulla necessità di costruire un nuovo rapporto con l’Europa, dopo il fallimento delle tentazioni sovraniste.
Non sarà tutto facile. La durata e i risultati del nuovo governo dipenderanno in larga misura dalla capacità della coalizione di trovare compromessi alti. Ci aiuterà avere un PD autorevole e unito, capace di parlare con una voce sola come nelle ultime settimane.
Non sarà facile, ci costerà qualche compromesso, ma abbiamo fatto il nostro dovere. Finché in Italia ci sarà una destra che occhieggia all’estremismo squadrista, che usa il linguaggio dei tempi più bui del paese, che fonda sulla paura del diverso il proprio consenso, che calpesta le regole e valori della Costituzione, il PD ha il dovere di tenere quella destra lontana dal governo.
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