Oggi alcuni amici e compagni hanno deciso di lasciare il PD, pensando che la soluzione ai complessi problemi della nostra società passi per la costruzione di un nuovo soggetto politico.
Sono convinto che sbaglino: la storia della sinistra insegna che le nostre divisioni rafforzano le destre. Sempre. Ma rispetto la loro scelta e per parte mia continuerò a lavorare come sempre per l'unità dei progressisti.
Ai tanti militanti scossi dall'ennesima scissione dico che non bisogna aver paura del futuro, e che abbiamo la forza, le capacità e l'entusiasmo per superare questo momento. Nessuna defezione, neppure la più illustre, fa venir meno le ragioni che 12 anni fa ci hanno portato a fondare il Partito Democratico.
Anzi, mi auguro che il PD trasformi in opportunità questo passaggio, sappia aprirsi e rinnovarsi, e archiviare una volta per tutte i personalismi di chi, pur avendo incarichi di rilievo nel partito, ci fa sapere di non aver deciso se rimanere o andar via, perché valuterà nei prossimi giorni cosa più gli conviene.
Apriamoci, rigeneriamoci, ripensiamoci, senza nessuna nostalgia per il passato. Ancora una volta, il futuro di questo Paese dipende da noi.
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