Dopo una discussione affrettata nello spazio di soli due giorni in commissione, arriva in Consiglio Comunale la delibera di fusione di ATP Esercizio in AMT.
La proposta è quella di realizzare un’unica società per il trasporto pubblico nell’intera provincia. Non siamo contrari, ma gli elementi di incertezza sul futuro del trasporto pubblico sono davvero troppi, a cominciare dal pericolo della fine dell’integrazione tariffaria treno+bus, o dal rischio di aumento delle tariffe.
Non è sicuro nemmeno che la fusione si possa fare davvero. Atp Esercizio è una società partecipata al 48% dal socio privato Autoguidovie Spa, che fino ad oggi mai si è espresso a favore della fusione. Il suo dissenso potrà fare naufragare tutta l’operazione, al di là dei voti favorevoli del Consiglio Comunale e Metropolitano. Perché non si è acquisito un accordo preventivo? Cosa succede se il socio privato dice di no? Non ci è dato saperlo.
La proposta di fusione prevede due diverse ipotesi: la prima con il mantenimento degli immobili in azienda, la seconda con lo scorporo degli stessi, come peraltro richiesto dal parere dei revisori dei Conti del Comune e previsto dalla normativa nazionale. La delibera non scioglie il nodo che sarà affrontato successivamente, Lo scenario non è indifferente, sia per l’operatività dell’azienda che senza la proprietà delle rimesse dovrà fare accordi onerosi per utilizzarle, sia per la sua patrimonializzazione, sia per il peso del socio privato che oscillerebbe tra il 2% e l’8% in uno o nell’altro caso.
Se non bastasse, non è chiaro se Città Metropolitana e Comune potranno affidare direttamente e senza gara il servizio di TPL alla nuova società, come previsto dalla Giunta. Il contrasto tra le norme italiane e quelle comunitarie sembra infatti escludere l’affidamento diretto a società con capitale privato. Si aprirebbe allora uno scenario preoccupante, con i soci pubblici che avrebbero difficoltà a garantire gli investimenti necessari alla partecipazione alla gara, e il socio privato che potrebbe cogliere l’occasione per aumentare il proprio peso.
Infine, non esiste un piano industriale che dica quali economie di scala realizzerà la fusione, e soprattutto come sarà il servizio e a quali tariffe per i cittadini.
Per tutto queste ragioni abbiamo votato contro la proposta di fusione, che è comunque stata approvata dal Consiglio Comunale, che ha approvato anche due miei ordini del giorno che impegnano la Giunta a non aumentare le tariffe e ad assicurare gli investimenti necessari perché AMT possa partecipare alla eventuale gara per l’affidamento del servizio.
Resta il fatto che un’altra promessa della Giunta Bucci, quella di mantenere AMT interamente pubblica, oggi viene tradita.
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