L’astensione di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia in Senato sulla proposta avanzata da Liliana Segre di istituire una commissione parlamentare contro l’odio, il razzismo e l’antisemitismo è di una gravità inaudita e dimostra cosa è diventata oggi la destra in Italia.
Quel voto rappresenta più di tanti esempi quotidiani – e ce ne sono molti purtroppo – l’irreversibile trasformazione verso un pericoloso estremismo delle forze che fino a pochi mesi fa eravamo abituati a definire moderate.
Saremmo ipocriti a dire che non c’erano avvisaglie. Il mutamento del centrodestra è in atto da mesi, nel silenzio e nella connivenza dei moderati.
Non abbiamo udito le doglianze dei liberali, quando nei nostri cimiteri consiglieri comunali con fascia tricolore deponevano corone di alloro ai martiri di Salò. E neppure quando i candidati della Lega si sono fatti accompagnare ai banchetti elettorali da antisemiti e da violenti pregiudicati di estrema destra.
Non abbiamo sentito distinguo dei moderati quando il leader della Lega ha tenuto provocatoriamente un comizio dal balcone del municipio di Forlì, chiuso dai tempi del Duce. O quando le bandiere di casa pound hanno iniziato a mescolarsi a quelle della Lega.
Poche e rare voci si sono sollevate perfino dinanzi al patrocinio concesso dal Comune di Genova ad associazioni che ristampano i libri di Goebbels e che negano l’Olocausto.
L’immagine di mezzo Senato seduto con le braccia conserte, mentre l’altro mezzo applaude in piedi una donna sopravvissuta ad Auschwitz, dà il segno di quanto non ci sia più un terreno condiviso, neppure sui valori di fondo, neppure sull’Olocausto.
Ben vengano oggi le prese di distanza dei moderati, i mea culpa dei liberali, i distinguo del giorno dopo.
Dove eravate? Il vostro silenzio ha conservato qualche poltrona e tenuto in piedi qualche giunta ma ha condotto tutti noi in questo abisso.
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