La piazza di ieri, strapiena, colorata, gioiosa trasmette un segnale che non si può ignorare.
De Ferrari stipata come non la si vedeva da anni di sardine giovani e meno giovani dimostra che la città non sì è rassegnata agli slogan della destra, alle parole d’ordine di esclusione, alla lotta dei penultimi contro gli ultimi.
Dimostra che una parte rilevante della nostra società è disponibile all’impegno, alla passione civica. E che spesso non lo fa, perché non sa dove e quando farlo.
Le Sardine in tutta Italia hanno dato l’occasione dell’impegno alle tante donne e uomini che hanno difficoltà a incasellarsi in questo o quell’altro partito, ma vogliono manifestare che un altro mondo è possibile.
E' stato un bene che l’abbiano fatto. Scendere in piazza è innanzitutto un gesto di generosità e di speranza.
E può essere davvero un punto di partenza.
I partiti di sinistra farebbero bene a non ignorare che un tratto comune a molte sardine è l’insoddisfazione per una politica incapace di rappresentare le loro istanze.
Serve una riflessione rapida e profonda su come attivare nuove modalità di coinvolgimento e partecipazione, a cominciare dalle proposte programmatiche e dalla selezione delle candidature per le prossime elezioni regionali.
Il lavoro da fare è tanto, e le incognite ancora molte, ma le 8.000 sardine a De Ferrari danno a tutti un bel po’ di coraggio e di entusiasmo. E la piazza di ieri è senza dubbio un passo avanti.
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