NELL’EMERGENZA, NON DIMENTICHIAMOCI DEI PIU’ FRAGILI
In questi giorni difficili il pensiero va a chi vive una condizione di fragilità, e rischia di vedere mancare l’aiuto del prossimo.
“State a casa” è l’invito che sentiamo ripeterci e che ripetiamo a chiunque. E’ giusto, se vogliamo sconfiggere il virus. Ma c’è anche chi una casa non l’ha, e in questi giorni rischia di vedere spezzato il circuito di solidarietà e di assistenza.
Nel rispetto delle regole, è opportuno che le Istituzioni in questi giorni abbiano un occhio di riguardo alle fasce deboli: gli anziani soli, le famiglie che hanno difficoltà ad accudire i figli, chiunque normalmente conta sull’aiuto dell’altro, oggi messo a rischio dalle regole dell’emergenza.
E proprio per rispettare le regole, ed evitare l’anarchia di soluzioni fai da te, occorre una regia per valutare quali forme di aiuto e di volontariato possano essere mantenute e con quali modalità.
Lo può fare la protezione civile, lo possono fare i comuni. Ma non possiamo dimenticarci di chi vive questi giorni con ancora più difficoltà.
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