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NON CI SALVERANNO LE RICETTE ANNI ‘80

Dall’emergenza coronavirus usciremo cambiati. Ma una cosa è certa: per superare la crisi non potremmo ricorrere alle vecchie ricette, a maggiore ragione se non hanno funzionato neppure in passato.

E’ il caso della leva urbanistica, che sarebbe folle utilizzare in senso permissivo in una città che continua a perdere abitanti e che ha decine di migliaia di appartamenti vuoti.

La Giunta Bucci non la pensa così, e approfittando dell’emergenza sanitaria che comprime modi e tempi della discussione democratica, porta nei Municipi e in Consiglio Comunale una proposta di aggiornamento del PUC che consentirà nuovi volumi in città, ma soprattutto nuovi scavi con buona pace della lotta al dissesto idrogeologico.

L’aggiornamento, che in realtà costituisce una vera e propria variante, mancando anche sullo sfondo il più pallido interesse pubblico, incide sulle norme generali, cioè sulle regole applicabili a tutto il territorio comunale.

Viene innanzitutto rimosso ogni vincolo alla realizzazione di parcheggi interrati in città, che potranno essere scavati anche nelle aree verdi e nei giardini, anche oltre il vigente limite di 10 mt di profondità, e se pertinenziali anche in aderenza di fabbricati esistenti.

Se non bastasse, si elimina la soglia dei 30 mc per la costruzione di nuove piscine, che non avranno più limite anche se pertinenziali ad un unico alloggio.

Passando ai nuovi volumi, in caso di sostituzione edilizia (demolizione e ricostruzione) viene innalzato dal 20% al 40% la soglia dell’incremento volumetrico, con il prestesto il limite più basso non sempre consente innovazioni finalizzate al risparmio energetico. Nella sostanza si raddoppiano i nuovi volumi ammessi.

Infine si consente la trasformazione ad uso residenziale dei “bassi” del Centro Storico. La proposta ha davvero dell’incredibile, e non trova giustificazione né dal punto di vista storico e sociale, né dal punto di vista della necessità abitativa. La crisi sfrutterà l’innovazione per ridurre il tessuto commerciale e realizzare abitazioni di pessima qualità, che sembrano fatte apposta per sfruttare i più deboli.

Il tutto condito dalla democrazia in salsa virus. I Municipi si sono dovuti esprimere in seduta riservata, senza possibilità di audire esperti e soggetti interessati, con un’ora soltanto per rivolgere domande in commissione all’assessore e ai tecnici comunali.

In questi giorni, diversi consiglieri di Municipio di centrodestra si sono astenuti o hanno perfino votato contro la proposta della Giunta.

E’ un segnale positivo. C’è una Genova largamente maggioritaria che non crede nel valore salvifico del cemento.
Piscine, parcheggi e altre ricette anni ’80 non ci aiuteranno a superare questa crisi.

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