In Liguria abbiamo superato 1.000 morti ufficiali per Covid. Senza contare i decessi che non entrano nelle statistiche. Come segnala Genovaquotidiana, al netto dei decessi da Covid, solo a Genova si registrano nel mese di marzo 159 decessi in più rispetto alla media 2018-2019, e già 157 decessi in più nei soli primi 15 giorni di aprile.
Nella nostra Regione si registra l’indice di letalità più alto in Italia, dopo la Lombardia: in Liguria muoiono 14,85 contagiati su cento.
E siamo quelli che fanno meno tamponi. A ieri eravamo a 24 tamponi per ogni 1.000 abitanti. Per fare un confronto il Piemonte ne fa 27, la Lombardia 30, l’Emilia Romagna 32, il Veneto 58.
Nonostante l’Agenzia Regionale ALISA cerchi di confondere i numeri, conteggiando tra i negativi tutti coloro che non si sono ancora sottoposti al tampone, secondo i dati della stessa Agenzia del 12 aprile la percentuale di positivi tra il personale sanitario ligure sottoposto a test è preoccupante: 20,17% dei medici, 19,84% degli infermieri, 23,07% degli operatori socio sanitari.
Nei giorni scorsi le principali associazioni rappresentative dei gestori delle residenze per anziani hanno denunciato la solitudine in cui li ha lasciati Regione: le prime mascherine sono state consegnate il 20 marzo, quando ormai il contagio in alcune strutture ormai dilagava.
E mentre Regione spende 1,3 milioni di Euro per ospitare meno di 50 pazienti su una nave, l’assistenza domiciliare continua ad essere la grande assente. Per tutto il mese di marzo sono state operative a Genova solo 2 squadre. Il 30 marzo, il Presidente Toti aveva annunciato la partenza di 10 squadre. Non è andata così. Da 20 aprile le squadre sono arrivate a 6. Ancora troppo poche per 600.000 abitanti.
Stupisce che in questo quadro drammatico, che interpella precise responsabilità nella gestione dell’emergenza, il prof. Bassetti trovi il tempo per fare polemica sulla presunta scelta politica alla base dell’esclusione del San Martino dalla sperimentazione del farmaco Remdesivir. Nel giro di qualche ora la polemica è stata spenta dalla verità: la decisione tutt’altro che politica è stata presa dell’azienda produttrice.
Certamente è auspicabile che si possa sperimentare il farmaco anche a Genova. Resta il fatto che la dimensione del problema non è adeguata al livello di polemica: il San Martino ha chiesto di utilizzare il farmaco per 21 pazienti.
I numeri del disastro ligure sono purtroppo molto più alti, e nulla hanno a che fare con la sperimentazione del nuovo farmaco.
Piuttosto sono frutto di una non gestione dell’emergenza e di una sottovalutazione della crisi. A marzo c’era chi invitava i turisti a passare le domeniche in Liguria, e chi definiva il coronavirus solo un’influenza un po’ più impegnativa.
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