Oggi in Consiglio Comunale, per giustificare l’intitolazione del Porticciolo di Nervi a Luigi Ferraro, il sindaco Bucci ha detto che c’è chi ha fatto una scelta (quella di aderire alla repubblica sociale italiana e combattere nella X flottiglia MAS) chi ne ha fatto un’altra (salire in montagna e combattere con i partigiani). Ambedue vanno rispettate.
Dalla pacificazione siamo arrivati alla parificazione. Chi combatteva per la libertà di tutti vale come chi ha combattuto a fianco dell’occupante nazista, a fianco del regime che ha rastrellato ebrei e oppositori politici. Se Luigi Ferraro, dopo il 1945, ha potuto essere un imprenditore di successo, uno sportivo, un innovatore nella subacquea è perché l’amnistia Togliatti del 1946 riabilitò chi combatté dalla parte sbagliata, chi collaborò con il nemico.
Se negli anni Cinquanta ha potuto inventare le pinne a coda di rondine e la maschera pinocchio è perché lui e i repubblichini furono sconfitti.
Se avesse vinto lui non ci avrebbe regalato le pinne a coda di rondine ma il passo dell’oca.
Dedicargli il Porticciolo di Nervi è un nonsenso, nel metodo perché la decisione arriva in videoconferenza in mezzo ad una pandemia senza coinvolgimento né della Commissione toponomastica, né del Municipio Levante, ma soprattutto nel merito.
L’intitolazione è un’offesa alla storia e all’onore della nostra città, fieramente partigiana al di là di ogni colore politico.
Il Sindaco in altre occasioni ha più volte detto che, se gli fosse toccato, anche lui sarebbe salito sui monti con Bisagno. Nel caso, avrebbe dovuto augurarsi di non trovarsi di fronte Ferraro.
No, grazie a Dio, noi non siamo chiamati a prove del genere. Possiamo cavarcela con molto meno. Per salvare l’onore ci basterebbe custodire la memoria e rispettare la Storia.
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