Il Comune non vuole discutere della gestione delle spiagge libere, e mentre le nostre richieste cadono nel vuoto, trapelano decisioni preoccupanti.
Per la sorveglianza delle spiagge libere non saranno utilizzati i dipendenti della società comunale Bagni Marina, attualmente in cassa integrazione, ma volontari di protezione civile e operatori economici limitrofi alle spiagge.
Se si coinvolgono soggetti privati l’unico criterio non può essere quello dell’avere un’attività limitrofa alla spiaggia.
Il rischio strisciante e concreto è la privatizzazione dell’accesso, incoraggiata dalla posizione del sindaco Bucci, che chiede a Regione di derogare al limite minimo di 40% di spiagge libere.
Non è la strada giusta. I Comuni costieri hanno bisogno di risorse per organizzare i servizi di sorveglianza alle spiagge libere che devono rimanere accessibili e gratuite. Ci auguriamo che Regione faccia presto la sua parte.
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