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PIGNATTE CONTRO LE PROMESSE DI BUCCI

La protesta degli abitanti del Centro Storico partita nelle scorse settimane da Via del Campo si è allargata ieri a diversi quartieri della città vecchia.

Armati di pentole, mestoli, trombette e fischietti molti residenti ieri alle 20 hanno manifestato rumorosamente tutto il loro dissenso per la non gestione del Centro Storico, abbandonato in questi anni a sé stesso da un’amministrazione comunale senza visione e senza progetti, che continua stancamente a ripetere slogan e promesse destinate a non essere mantenute.

Dal restyling di Piazza Caricamento e Piazza Dante come porte di accesso al Centro Storico, che dopo tre anni sono esattamente come prima.

All’individuazione dei 28 vicoli principali, in cui sarebbero assicurata la pulizia 2-3 volte al giorno. AMIU passa una volta alla settimana, e la sezione centro storico è ancora sotto organico.

Dalle agevolazioni ai proprietari che intendano ristrutturare le facciate, alla trasformazione in un museo a cielo aperto in cui ogni vicolo racconti i personaggi che vi hanno vissuto. Non si è visto nulla del genere.

Per non parlare dell’abbandono degli immobili pubblici. Dopo tre anni di Giunta Bucci sono chiusi e inutilizzati il Museo Luzzati di Porta Siberia, la Loggia di Banchi, il Teatro Altrove, l’ex distretto sociale di Piazza della Posta Vecchia. E il Mercato del Pesce, svenduto senza alcun progetto, diventerà con ogni probabilità un supermercato.

L’ultima promessa di Bucci è della settimana scorsa: un miliardo di euro, niente di meno, per la rigenerazione del centro storico. «Voglio ripopolarlo completamente, riqualificare, fare studentati e case per i "senior" con progetti di co-housing, intervenire sull’illuminazione, sull'edilizia» dice il Sindaco.

Ma l’annuncio, al di là, della cifra tonda da capogiro buttata lì come farebbe il signor Bonaventura, assomiglia tanto alle promesse degli anni passati, rimasti fatalmente lettera morta, mentre il tessuto associativo della città vecchia arranca senza collaborazioni con il Comune, e aumentano lo spaccio di droga e la criminalità.

Al di là delle tante parole, gli unici atti concreti di questa amministrazione per il Centro Storico sono l’ordinanza anti-kebab sbandierata come panacea di ogni male che non ha conseguito alcun effetto se non il divieto di apertura di un ferramenta tedesco, e l’assurda decisione di trasformare i bassi in abitazioni.

Basteranno 35 metri quadri per fare di un magazzino una nuova residenza.
La protesta civile di questi giorni fa leva anche su questo: consentire di abitare magazzini angusti senza finestre non si chiama ripopolamento ma sfruttamento.

E, come ha scritto il SIAP sindacato di polizia, si risolve in un regalo alla criminalità.

[Foto Balostro, il Secolo XIX]

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