DEPOSITI COSTIERI, DOVE E’ FINITA LA PARTECIPAZIONE?
Il Comune ha deciso di spostare nell’area del Terminal Messina i depositi costieri di Multedo. Ma non lo dice apertamente.
Mercoledì la Giunta ha portato in Commissione una modifica del piano del rischio areo al fine di rendere compatibile l’eventuale realizzazione di serbatoi sull’ultima banchina di Sampierdarena. Eventuale fino a un certo punto, visto che nella relazione allegata c’è il disegno puntuale dei nuovi depositi sulla banchina.
La decisione arriva due giorni dopo le elezioni regionali, senza alcuna discussione in Consiglio Comunale, in Municipio e con la cittadinanza. Nonostante le ripetute richieste (attendiamo una seduta di commissione da oltre 3 anni) siamo stati esclusi da ogni possibilità di informazione e di confronto.
Perfino in Commissione, non abbiamo potuto ascoltare nessuno. Né i rappresentanti delle aziende interessate, né i sindacati. Nemmeno ENAC, che secondo il Comune non deve dare assenso alla modifica del piano di rischio perché il nostro aeroporto è stato nel frattempo declassato.
E i cittadini? Se l’analisi tecnica condotta da Autorità Portuale dice che la migliore collocazione è quella, il Comune avrebbe dovuto avviare un percorso di comunicazione e partecipazione con la cittadinanza di Sampierdarena, coinvolgendo il Municipio governato dal centrodestra.
Ricordiamo le assemblee del Sindaco a Multedo per rassicurare sull’arrivo di 15 migranti. Ricordiamo le promesse di compensazione fatte allora: 7 milioni di investimenti per il quartiere.
Perché il Sindaco e la Giunta non hanno organizzato un’assemblea a Sampierdarena per spiegare cosa sono i depositi, quali sono le ricadute occupazionali, quali sono i motivi che hanno fatto preferire quella collocazione?
Perché, mentre decide di spostare i serbatoi a Sampierdarena, il Sindaco non apre una discussione sulle compensazioni per il quartiere, martoriato dalla crisi economica, dai cantieri, e dalla viabilità emergenziale dopo il crollo del Morandi?
E infine, a forza di parlare in astratto di porto-città, rischiamo di dimenticarci che da anni attendiamo un piano regolatore portuale che individui le funzioni delle aree portuali, e le contemperi con le esigenze della città.
Il dibattito sul trasferimento dei depositi costieri poteva essere l’occasione di affrontare il tema dello sviluppo dei moli e del suo rapporto con la con le aree urbane. Ma il dibattito semplicemente non c’è stato.
Attenzione! Alessandro Terrile utilizza cookie a scopi funzionali e analitici per migliorare la tua esperienza di navigazione. Proseguendo la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni, leggi l'informativa sui cookies.