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LIGURIA, ABBIAMO UN PROBLEMA

Mentre il Presidente Toti si scaglia contro l’obbligo dell’uso della mascherina all’aperto, giudicandolo “un passo indietro francamente inaccettabile", e il prof. Bassetti gli fa eco dicendo che sarebbe addirittura una misura sbagliata, la Liguria continua a segnare un incremento preoccupante dei contagi.

Secondo i dati del Ministero della Salute, elaborati dal Dott. Paolo Spada, negli ultimi 7 giorni la nostra regione registra il più alto incremento dei nuovi positivi, con 66,3 nuovi casi ogni 100.000 residenti.

La Lombardia, per citare l’epicentro della prima ondata, ne registra 28, il Veneto 41.

L’incremento è certamente legato ad alcuni cluster come quello di La Spezia e del centro storico genovese.
Ma i numeri dovrebbero suggerire maggiore prudenza e soprattutto una risposta organizzativa e sanitaria adeguata.

E’ necessario procedere con la massima celerità a individuare gli ospedali Covid della nostra regione. Definire il ruolo della medicina territoriale nella lotta al contagio, e nella campagna di vaccinazione antinfluenzale per cui non è chiaro se le dosi siano sufficienti.
Serve la massima trasparenza sui casi di positività, sul numero di persone isolate e sui posti letto disponibili per provincia. Rispetto ai cluster aperti ed individuati vanno chiarite le modalità di tracciamento e di presa in carico.
E definire quali sono i compiti delle cinque ASL e quali quelli di ALISA.

Dopo la bocciatura nelle urne dell’assessore Viale, anche il centrodestra ha iniziato a contestare l’egemonia e il doppione organizzativo rappresentato dall’Agenzia regionale per la salute, ma le contromisure sono ancora vaghe e indefinite, e attendono l’insediamento della nuova giunta regionale.

Mentre attendiamo, i contagi aumentano, e gli inviti alla calma – non confortati dalla trasparenza delle informazioni e dalla rapidità delle decisioni – non fanno che aumentare la preoccupazione.

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