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BALLE DI ACCIAIO

L’ultimo consiglio comunale dell’anno è stato interamente dedicato alla situazione della siderurgia a Genova.

Qualche settimana fa, l’accordo tra la società pubblica Invitalia e Arcelor Mittal ha segnato il ritorno dello Stato nella produzione siderurgica, per il primo anno in posizione paritetica con l’azienda franco-indiana, e dal 2022 con il controllo al 60%.

Il progetto prevede 2,1 miliardi di Euro di investimenti, la metà dei quali per mano pubblica, finalizzati a raggiungere 8 milioni di tonnellate di produzione siderurgica, contro le 3,2 di quest’anno.

E’ una buona notizia, anche se ci sono ancora molte incognite legate alle vicende giudiziarie di Taranto, all’effettiva competitività dell’azienda, alle ricadute occupazionali. Risposte agli interrogativi potranno arrivare a gennaio, nel corso della trattativa con le parti sociali, che ci auguriamo possa definire meglio anche il ruolo dello stabilimento genovese.

Ma in Consiglio Comunale non si è discusso di questo.
Senza attendere la trattativa tra Governo, Arcelor Mittal e sindacati, il Sindaco Bucci è entrato a gamba tesa dichiarando che esistono diverse alternative di utilizzo delle aree ex ILVA di Cornigliano, nel caso in cui Arcelor Mittal non sia in grado di garantire l’occupazione per 2.200 lavoratori nello stabilimento genovese.

Il Sindaco ha detto di avere le aziende in fila per richiedere quelle aree: dal digitale al retroporto. Sottolineando come la restituzione degli spazi in concessione all’attività siderurgica rappresenti una grande occasione di nuova occupazione per la città.

Quale occupazione? Quali aziende?
Oggi gli occupati a Cornigliano sono poco più di 1.200. E’ del tutto evidente che non potranno diventare 2.200.

Il Comune che due anni fa non è riuscito a ricollocare i 59 dipendenti licenziati da Rinascente, oggi promette nuova occupazione a oltre 1.000 lavoratori.
E lo fa senza alcun elemento concreto, alla vigilia della difficile trattativa nazionale che riprenderà a gennaio.

Se il Sindaco ha pronte altre opportunità occupazionali, convochi immediatamente i sindacati e le illustri a loro e alla città, ma non giochi sulla pelle dei lavoratori.

Nella partita di Cornigliano, il Comune avrebbe un’arma formidabile: difendere la destinazione industriale di quelle aree.
Difenderla da chi vuole inserire altre funzioni. Difenderla da chi promette occupazione, ma poi ha solo bisogno di parcheggiarci container.
Non vorremmo che il riferimento al retroporto ci porti diritti proprio lì.

Questa è la grande sfida del 2021. Il Comune la giochi a carte scoperte.

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