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MODELLO GENOVA?

Nelle consultazioni per la formazione del nuovo governo sembra che sia emersa l’intenzione di replicare per le opere pubbliche il “modello Genova”.

Penso che sia maturo il momento per una riflessione laica e approfondita, carte alla mano, su cosa è stato davvero il modello Genova. Su cosa c’è di buono e meno buono, su cosa è replicabile e cosa no.

E’ chiaro, per esempio. Che per rispettare i tempi di esecuzione delle opere finanziate dal Recovery Fund sarà necessario prevedere procedure accelerate, con commissariamenti e deroga al codice degli appalti.

Con la stessa chiarezza, però, non si possono sottovalutare gli aspetti economici del Modello Genova.
La moltiplicazione dei costi preventivati non ha nulla di virtuoso, e sarebbe incompatibile con le procedure di rendicontazione dei fondi europei.

La demolizione del Ponte Morandi doveva costare 19 milioni di euro. E’ costata 25 milioni, con un aumento del 31,6%.
La ricostruzione del ponte doveva costare 202 milioni. E’ costata 302 milioni, con un aumento del 49,5%.

E’ sostenibile un aumento di spesa di questa portata? E’ replicabile per la generalità delle opere pubbliche?
Sarebbe il caso di aprire sul punto una discussione nel Paese, con franchezza e al netto della propaganda.

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