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18 febbraio 2021
RIFORMA DEI MUNICIPI
LA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL PD IN CONSIGLIO COMUNALE
Oggi scriviamo una brutta pagina nella storia della nostra città.
Perché per la prima volta dal Regio Decreto del 14 gennaio 1926 torniamo ad accentrare poteri al Comune, sottraiamo competenze alle municipalità, tradiamo la storia illuminata del decentramento, scritta in oltre cinquant’anni con fatica e con passione dalle genovesi e dai genovesi.
E’ una lunga storia, di rappresentanza, di autonomia, di democrazia.
Nel 1969 le 12 delegazioni, sorte appena dopo l’accorpamento dei 19 comuni nella Grande Genova, divennero 25 e furono istituiti i primi Consigli di quartiere e di delegazione.
Nel 1978 le delegazioni furono trasformate in circoscrizioni, e il 21 giugno 1981 furono eletti a suffragio diretto i primi 525 consiglieri dei Consigli di Circoscrizione. Da quel momento, la rappresentanza democratica nella nostra città si compone dei consiglieri comunali, degli assessori e del Sindaco, e dei consiglieri delle circoscrizioni poi municipi, e dei loro Presidenti.
Nel 1997, le circoscrizioni diventano nove, e aumentano le competenze delegate. Dieci anni dopo il 6 febbraio 2007, il grande salto, il Consiglio Comunale approva il Regolamento per il decentramento che trasforma le circoscrizioni in Municipi, nascono le giunte municipali, che affiancano il presidente, ai municipi vengono devolute ulteriori competenze. E viene scritto a chiare lettere nel nostro Statuto un principio che voi oggi volete cancellare: e cioè che “i Municipi sono titolari della gestione dei servizi di base presenti nel loro territorio”.
Questa è l’architrave del decentramento. I municipi sono i titolari della gestione dei servizi di base. Oggi smantelliamo l’architrave, e limitiamo le competenze. Fino a dire che la competenza sulla viabilità si limita a imbiancare le strisce pedonali.
Oggi decidete di fare marcia indietro rispetto alla storia di progressiva autonomia dei territori della nostra città.
Oggi portate in Consiglio Comunale una riforma che è stata bocciata dai Municipi. Ben sei Municipi su nove hanno espresso parere contrario a questa riforma.
E lo fate di corsa, con la procedura d’urgenza, con un procedimento irregolare, con le proposte di giunta trasmesse ai municipi, che cambiano nella notte, senza l’approvazione di una sottostante delibera di giunta. Perché bisogna fare presto. Prima che la magistratura amministrativa si pronunci in grado di appello sull’accentramento de servizi sociali già riconosciuto illegittimo dal Tar Liguria nella scorsa primavera. Dovete fare presto, perché il 25 marzo c’è l’udienza del Consiglio di Stato che si pronuncerà su quell’appello.
E senza alcuna preventiva discussione con i Municipi, approvate nelle vacanze di Natale una riforma sbagliata e raffazzonata dello Statuto. Ed è un peccato, perché forse a 14 anni dall’ultima riforma, poteva avere senso mettere le mani nelle competenze, nelle funzioni dei Municipi, valorizzando il tanto di buono, modificando quello che non va.
Non è quello che avete fatto. L’intendimento che vi muove è solo limitare il potere dei Municipi, delegittimarne l’autorevolezza che si sono conquistati sul campo in questi anni. I Municipi oggi sono un punto di riferimento, perché sono riconosciuti dai cittadini come i primi interlocutori. E lo sono grazie al grande lavoro che svolgono ogni giorno, e che hanno svolto anche nei momenti più drammatici della nostra città.
Quello che avete in mente voi, quello che mettete nero su bianco con questa riforma non è decentramento.
E’ una finzione, è la commedia del decentramento. Il decentramento non può essere solo la creazione di spazi di rappresentanza, senza i poteri di incidere sul territorio.
I Municipi non sono una palestra di democrazia, in cui ci si allena a diventare consigliere comunale.
Nei Municipi si fa politica, nel senso più alto del termine, che vuole dire farsi carico delle istanze, rappresentarle, e agire sul piano amministrativo per risolvere quei bisogni.
Non possono essere luoghi che si limitano a raccogliere istanze e ad inviarle all’assessore comunale competente, con il cappello in mano, perché con il bilancio gli toglierete anche il loto budget.
Siete arrivati perfino a limitare il potere di proposta dei Municipi. Di proposta!
I Municipi non potranno più presentare proposte alla Giunta Comunale se non nelle materie di loro esclusiva competenza. E’ già un non senso. Se hanno la competenza, quei problemi li risolvono senza dover proporre nulla a nessuno. Gli togliete il potere di proposta, come a dire che sui grandi temi della città che coinvolgono un territorio municipale, non bisogna disturbare il manovratore.
Avere paura del decentramento, avere paura del ruolo dei Municipi, è un segno di grande debolezza. Intendere l’autonomia municipale in contrasto con i poteri del Sindaco della Giunta è il segno di non aver capito che oggi la macchina comunale funziona se trova un punto di equilibrio tra chi pensa alla visione per la città e chi rappresenta le istanze territoriali.
Pensare di limitare la facoltà di proposta, pensare di sottomettere a un dirigente che risponde al Sindaco l’intera struttura municipale, non è solo un errore è un’illusione.
Perché sotto la cenere della vostra riforma, continueranno ad ardere la voglia di dare voce al proprio territorio, l’impegno di chi si fa carico del proprio quartiere, la passione e la generosità di chi fa politica vicino ai cittadini.
Voi oggi non spegnete quella passione e quell’impegno. Ma li buttate fuori dalle Istituzioni assumendovi una responsabilità storica.
Il Partito Democratico voterà convintamente contro questa riforma.
E continuerà la battaglia dentro e fuori quest’aula, a fianco delle tante donne e dei tanti uomini che credono nel valore dei territori, nella ricchezza dei tanti centri che costituiscono la nostra città, nella politica fatta con la schiena diritta e con l’orecchio teso ai bisogni dei cittadini.
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