MUNICIPI: MARCIA INDIETRO DOPO 50 ANNI DI DECENTRAMENTO
La riforma dello Statuto approvata in prima lettura oggi dal Consiglio Comunale rappresenta la prima marcia indietro rispetto alla storia di progressivo decentramento, iniziata nella nostra città con i Consigli di quartiere nel 1969.
Da allora il Comune di Genova ha sempre proseguito nella devoluzione di competenze e funzioni ai Municipi, nella consapevolezza che la macchina amministrativa funziona meglio nell’equilibrio tra la necessaria visione generale e la rappresentanza dei territori.
Il tutto è avvenuto di fretta, contro il parere di 6 Municipi su 9, in procedura d’urgenza per tentare di cambiare lo Statuto prima che il Consiglio di Stato nella prossima primavera si pronunci sull’accentramento dei servizi sociali già dichiarato illegittimo dal TAR Liguria.
Ed è un peccato, perché a 14 anni dall’ultimo Regolamento per il Decentramento, poteva essere l’occasione di mettere le mani nei rapporti Comune-Municipi, valorizzando il tanto di buono, modificando quello che non va.
E invece la riforma ha l’unico scopo di limitare le competenze dei Municipi, delegittimarne l’autorevolezza che si sono conquistati sul campo in questi anni, giorno dopo giorno, e nei momenti più difficili.
La riforma sottomette l’intera struttura municipale a un direttore che risponde al Sindaco, elimina le competenze sui servizi scolastici, le limita sui servizi sociali e sulla viabilità locale. Abolisce il budget autonomo per le manutenzioni, e perfino limita la facoltà di proposta dei Municipi al Comune che sarà riservata alle materie di competenza municipale.
Come a dire che sui grandi temi della città che coinvolgono uno specifico territorio, non bisogna disturbare il manovratore.
Avere paura del decentramento, avere paura del ruolo dei Municipi, è un segno di grande debolezza. Intendere l’autonomia municipale in contrasto con i poteri del Sindaco della Giunta è il segno di non aver capito che oggi la macchina comunale funziona se trova un punto di equilibrio tra chi pensa alla visione per la città e chi rappresenta le istanze territoriali.
Questa riforma non è solo un errore, è un’illusione. Di chi pensa di fare tacere la voce dei territori, umiliando i Municipi.
Abbiamo votato contro e continueremo a dare battaglia dentro e fuori l’aula, a fianco delle tante donne e dei tanti uomini che credono nel valore del decentramento e della politica vicina ai cittadini.
Attenzione! Alessandro Terrile utilizza cookie a scopi funzionali e analitici per migliorare la tua esperienza di navigazione. Proseguendo la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni, leggi l'informativa sui cookies.