Dichiarazione di voto sul Bilancio 2021

DICHIARAZIONE DI VOTO SUL BILANCIO 2021 DEL COMUNE

Il 2020 è stato un anno terribile, sotto ogni profilo. La pandemia ha stravolto le nostre vite, le nostre abitudini, e ha cambiato profondamente anche la nostra città.

Nel giudicare il bilancio preventivo per il 2021 non si può non avere presente questo dato, la straordinarietà delle circostanze in cui ci troviamo, l’incertezza con cui tutti noi nella nostra vita, nel nostro lavoro, e anche nella nostra attività di amministratori della cosa pubblica siamo chiamati a fare previsioni

Eppure, questo bilancio fotografa alcuni dati della nostra città, che non possono passare inosservati, anche per dare un giudizio ponderato al bilancio previsionale.

Si legge nei documenti previsionali che al 30.06.2020 i cittadini genovesi sono 571.382.
La decrescita della popolazione non solo non si ferma ma accelera.
Eravamo 583.601 il 31.12.16, e 586.180 al censimento del 2011.
Abbiamo perso 3.000 abitanti tra il 2011 e il 2016. E poi 12.000 abitanti tra il 2017 e il 2020.
In poco più di tre anni abbiamo perso l’equivalente di una città come Arenzano.

I dati al primo semestre 2020 ci dicono che sono calati i traffici portuali del 18,3% e i container del 13,8%.
Crollano i passeggeri sui traghetti -62,9%, nelle navi da crociera -82.9%, all’aeroporto -73,7%.
Il turismo italiano cala del 48,6%, quello straniero dell’80,6%.
Nel 2020 nella nostra città hanno chiuso centinaia di imprese. Il saldo tra nuove iscrizioni e cancellazioni è di -550.

Nel primo semestre abbiamo registrato la cifra record di 16milioni di ore di cassa integrazione. Mai negli ultimi 10 anni si era superata la soglia del 10 milioni.
Non abbiamo dati precisi sugli occupati nella nostra città, anche perché l’ufficio statistico ha smesso di pubblicare le rilevazioni periodiche. Abbiamo però i dati della Liguria. Nel secondo trimestre gli occupati scendono a 587.922 con un calo di 25.081 (pari al -4%). Il punto più basso da quando nel 1993 esistono le rilevazioni trimestrali.
Il calo dell’occupazione è trasversale ai settori: Agricoltura -18,3%, Industria -7,9%, Commercio -8,8%, Edilizia -6,2%.

Altro dato allarmante è il mercato immobiliare. In quattro anni dal febbraio 2017 al febbraio 2021, il valore medio degli immobili a Genova è calato del 18,3%

In questo quadro preoccupa un bilancio conservativo, che fa lo sforzo, e lo riconosciamo di reperire le risorse per finanziare quello che è stato finanziato l’anno scorso, e l’anno precedente, senza farsi carico però del cambiamento dettato dall’emergenza sanitaria.
E’ questa la preoccupazione più forte.
Non solo perché non sappiamo quando l’emergenza sanitaria finirà, ma perché sappiamo già oggi che questa crisi ci ha cambiato per sempre. E questa crisi si supera con idee, strumenti e proposte diverse da quelli del passato anche recente.

Ci sono poi alcuni elementi di preoccupazione, che ci auguriamo possano essere superati dalle variazioni di bilancio che la giunta ci proporrà nel prossimo futuro.

Pensiamo ai 2,8 milioni in meno per le politiche sociali (da 58,9 a 56,1), che incidono in particolare sui servizi alla persona (da 6,8 a 3,7mln).

Pensiamo ai 700mila euro in meno per Palazzo Ducale (da 1,8 a 1,1mln).
Ai meno 500mila euro per le politiche culturali (da 2,2 a 1,7 mln).
Mentre si moltiplicano i consulenti dell’assessore a 74.000 l’anno.

Pensiamo ai meno 100mila euro sulle attività cimiteriali (da 4,6 a 4,5 mln). E questo nonostante le entrate dai servizi cimiteriali siano stimate in aumento da 1,5 a 1,8 milioni. I nostri cimiteri, ne abbiamo 35, hanno un grande bisogno di manutenzione. Recentemente abbiamo consegnato un dossier all’assessore ai servizi civici, ma ogni settimana emerge una nuova necessità. E’ per questo che abbiamo proposto, ma è stato respinto, un ODG che preveda di assegnare una quota fissa di quei proventi alle attività di manutenzione.

Ci preoccupa che il debito del Comune diminuisca meno del previsto. Mi riferisco alle previsioni della stessa giunta nel bilancio di previsione 2018, il primo elaborato da questa amministrazione. Si prevedeva che il debito comunale scendesse a 1.055 milioni nel 31.12.2020, e invece prendiamo atto che siamo ancora a 1.084 milioni.

Ci preoccupa che la Giunta intenda proseguire il piano delle alienazioni, da cui è previsto ricavare 3,5 milioni nel 2021 e 22,6 milioni nel 2022.
Tra i beni messi in vendita ci sono beni di pregio, come Palazzo Galliera, il Mercato di Piazza Statuto, la Palazzina Q8 Via Brigate Partigiane.
L’alienazione serve a fare cassa ma spesso non si concilia con una visione di città. Penso all’ex Mercato di Piazza Cavour, venduto a 1,5 milioni di Euro lo scorso giugno e che diventerà un supermercato. Colpisce che sia stato respinto il nostro ODG che si limitava a chiedere il rispetto del PUC, e cioè che il supermercato in zona centro storico non superasse i 250mq.

Preoccupa ancora la previsione dei proventi delle multe per violazione Codice della Strada. Passiamo dai 24 milioni accertati nel 2020 ai 35,5, milioni del 2021, grazie anche agli innovativi strumenti di accertamento.

Abbiamo segnalato alcune priorità con gli ordini del giorno approvati dal Consiglio, dal pregiudizio subito dai circoli ricreativi, a quello dei ristoratori e dei bar, dai contributi alle associazioni sportive e ai centri antiviolenza, alla morosità incolpevole, all’emergenza casa.

Abbiamo sollevato una serie di questioni che in parte sono state dichiarate inammissibili, in parte sono state respinte: dal tema molto sentito del trasferimento della Biblioteca de Amicis e della Città dei Bambini, alla delocalizzazione dei depositi costieri di Multedo che vive una nuova fase di stallo dopo il ricorso al TAR proposto da ENAC. Abbiamo ascoltato il Sindaco, in televisione parlare di dibattito pubblico. Noi più umilmente aspettiamo una commissione da settembre 2017.

Abbiamo chiesto che si parlasse del progetto di riqualificazione del Centro Storico. Lo abbiamo chiesto da novembre 2020. E stiamo ancora aspettando.

Abbiamo posto il tema delle aree di Cornigliano. Noi ripetiamo e ripeteremo fino allo sfinimento che quelle aree devono rimanere a destinazione industriale. Ci preoccupa che il nostro ODG sia stato bocciato, e ancora di più ci preoccupa che sia stato proposto dalla Giunta di inserire la formula “Destinazione industriale o servizi”. Quella formula è una violazione dell’accordo di programma. E per modificarlo ci vuole un nuovo accordo di programma.

Come anche il tema dei lavoratori portuali. In questi giorni la città sta vivendo momenti di tensione, venerdì con ogni probabilità ci sarà uno sciopero dopo diversi anni. E sarebbe stato un bel segnale che il Comune esprimesse sostegno ai lavoratori, e richiamasse le parti al dovere di non abbandonare il metodo della concertazione per il bene del porto e della città. Non abbiamo potuto farlo perché il nostro ordine del giorno è stato dichiarato inammissibile.

Questo è un bilancio che fotografa l’emergenza. Ma non ha la forza di affrontarla.

E l’emergenza è grave. La crisi derivante dalla pandemia si è abbattuta in modo più sensibile sulla nostra città, si è innestata sulla crisi già in atto.
Le comunità che vivono di logistica e di turismo, rischiano di pagare due volte, perché pagano la crisi del proprio sistema, ma anche la crisi degli altri per il calo dei traffici delle merci e della mobilità delle persone.

La pandemia cambia tutto, e cambia per sempre.
E se nel bilancio vediamo un tentativo di tenuta, non vediamo una visione di città.

Penso agli investimenti. Questo anno approviamo il triennale dei lavori pubblici con il dato più basso dei lavori previsti per la prima annualità, che poi è quella che conta: 64 mln per il 2021.
La prima annualità era 92 mln nel 2020, 81mln nel 2019, 138 nel 2018.

E c’è una disparità evidente tra i municipi, con il dato clamoroso del Municipio III Bassa Valbisagno che resta senza investimenti.

E’ un percorso preoccupante, che si interseca con la riforma dello Statuto e con la limitazione delle competenze.
Abolire il budget di conto capitale è un errore. E non è vero che senza una cifra fissa gli investimenti saliranno non è così. Non lo diciamo noi del PD, lo dice la storia e l’esperienza.
La nostra città ha giù vissuto gli anni in cui i Presidenti di circoscrizione dovevano presentarsi con il cappello in mano davanti all’assessore ai lavori pubblici.
Quel metodo non ha funzionato. Non ha garantito efficienza alla programmazione dei lavori. E soprattutto ha deresponsabilizzato i Presidenti di Municipio, con il rischio che si trasformino in Tribuni della plebe con l’unico compito di puntare il dito contro l’amministrazione comunale.
Non serve a nessuno quel modello. Ci fa fare diversi passi indietro rispetto ai principi del decentramento e della sussidiarietà.

Questo è un bilancio che non offre soluzioni ad alcuni problemi annosi della città.
Penso al ciclo dei rifiuti. Con la raccolta differenziata che in tre anni è aumentata di un punto. E in altri tre ci promettete che aumenterà di 30 punti.
Ci permettiamo di dubitare. Abbiamo chiesto che AMIU indichi non solo l’obiettivo del 2024, ma anche quello di quest’anno, e quello dell’anno prossimo. Avete respinto i nostri ordini del giorno.

I costi del servizio non diminuiscono, e invece aumenterà la tariffa, che sarà rivoluzionata dalla pronuncia della Corte dei Conti del 29 dicembre che ha accertato l’illegittimità dell’agevolazione generale di oltre 30 milioni inserita in questi anni dalla giunta. Nel parere dei revisori dei conti del Comune si legge che l’agevolazione passerà da 35,7 mln a 4mln, il che vuol dire che su un gettito di 164,8 mln i genovesi pagheranno 31,7 mln in più, pari quasi al 20%.
Ci preoccupa inoltre il ritardo degli impianti. In quattro anni nessuna nuova isola ecologica è stata neppure progettata. La pressa di Campi mai ripristinata, l’impianto di Volpara che nonostante le promesse resta centrale, il TMB che viaggia con anni di ritardo. Ci preoccupa il sistema di depurazione del percolato di Scarpino, ad osmosi inversa, che è costosissimo e non funziona come dovrebbe visto quello che esce dai tombini nei pressi del rio cassinelle.

Ci permettiamo di dubitare che la soluzione che avete in mente per il trasporto pubblico, le linee di filobus, finanziate con 470 milioni sia una soluzione risolutiva.
Non solo per l’utilizzo di una tecnologia abbandonata in tutto l’occidente, ma perché crediamo che i filobus non colgano l’opportunità di riqualificazione del tessuto urbano, e inoltre abbiano un evidente problema di capacità, senza aumentare la velocità commerciale. C’è poi tutto il problema di rimodulazione delle linee collinari che rischia di fare peggiorare e in modo consistente il servizio di trasporto urbano.

Questo è un bilancio che lascia irrisolti i grandi temi della città: le manutenzioni, il ciclo dei rifiuti, il sistema dei trasporti, il tema enorme dell’attrattività della nostra città, sotto il profilo delle imprese, e degli abitanti.
Pensiamo che non ci salveranno le continue modifiche urbanistiche per consentire l’inserimento di medie e grandi strutture di vendita.
La prossima fermata sarà probabilmente l’area ex Miralanza.
Ma ci domandiamo se ci sia davvero tutta questa domanda di nuove aree commerciali, dal Palasport, a Hennebique, da San Benigno a Sestri e alla Valpolcevera.
Ci domandiamo se quel modello di sviluppo non sia superato.

Pensiamo che non ci salveranno le speculazioni immobiliari per costruire nuove residenze in aree agricole, come da qui a qualche giorno ci proporrete alla Vesima.

Pensiamo, e lo diciamo senza polemica, che non ci salverà la regata Ocean Race.
Per la quale stiamo spendendo cifre enormi.
4 mln nel 2020 - 3,5 mln nel 2021
Il Comune ha assunto due dirigenti, ciascuno costa oltre 100mila euro l’anno.
Dal sito del Comune apprendiamo l’instaurazione di due nuovi rapporti di collaborazione, uno da 106mila euro, l’altro perfino da 178milla.
E’ un fiume di denaro, sul quale certamente si può navigare, senza capire però avere chiaro in quale direzione si va.

Manca l’idea che per superare la crisi dobbiamo cambiare il nostro modello di sviluppo, che dobbiamo abbandonare probabilmente molte delle nostre convinzioni, investire sulla compatibilità ambientale e energetica, praticare il consumo zero del suolo, avviare vasti progetti di pedonalizzazione, combattere le disuguaglianze attraverso la protezione sociale e le politiche di genere. Manca l’idea di cosa sono i centri urbani dopo la pandemia, di come la mobilità è stravolta dallo smart working.

In breve, manca una visione.
Si può fare ironia sul fatto che spesso ricordiamo che le linee programmatiche del Sindaco sono inattuate, ma ancora più grave è il fatto che quelle linee oggi non sono più attuali.

Le sfide che ci attendono sono enormi.
La nostra città e tutto il paese ha la possibilità di utilizzare risorse, soprattutto europee, come mai prima dal dopoguerra.
Per non sprecare quest’opportunità serve una visione, un’idea di futuro, che non può essere legata esclusivamente a quello che è stato ereditato.
Penso al Waterfront di Levante, al prolungamento della metropolitana, alle infrastrutture stradali della strada a mare e del nodo di san benigno, al nodo ferroviario, al terzo valico.

Noi non vediamo in questo bilancio la consapevolezza che tutto è cambiato.
Non vediamo la necessità di uscire dal seminato per compiere scelte coraggiose.
Non vediamo la visione di una Genova futura che supera questa crisi pesantissima, scommettendo sulle grandi potenzialità delle genovesi e dei genovesi.

Per questo, il voto del Partito Democratico sarà contrario.

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