Il 25 aprile è un giorno di festa. La festa della libertà riconquistata dopo vent’anni di regime fascista e due anni di occupazione nazista. La festa della dignità che il nostro popolo ha ritrovato con la lotta partigiana. La festa della solidarietà e dell’uguaglianza che a partire dalla Resistenza sono divenuti valori costituzionali.
Il 25 aprile è la festa di tutti. In questi giorni la memoria torna agli innumerevoli episodi di martirio, al sacrificio di donne e uomini spesso giovanissimi, di ogni estrazione sociale e di diverse culture politiche, che hanno dato la vita per la libertà di tutti noi, anche di quelli che non la pensavano come loro, anche di quelli che combatterono contro di loro.
Piero Calamandrei amava raccontare di quell'adolescente che, condannato alla fucilazione, si rivolse all'improvviso verso uno dei soldati tedeschi che stavano per fucilarlo, lo baciò sorridente dicendogli: «Muoio anche per te… viva la Germania libera!»
In quel racconto c’è tutto il valore inestimabile e il significato profondo della lotta di liberazione. Che rende ancora più meschino chi pensa di offuscarne la memoria e di confondere la Storia per un interesse politico contingente.
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