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SE LA SINISTRA TORNA IN UNIVERSITA’

Questa è una bella storia.
Una storia di coraggio e di impegno civile e politico di un bel gruppo di ventenni, che ha deciso di riportare la sinistra in Università.

Da diversi anni le elezioni universitarie erano dominate da liste indipendenti, o che facevano esplicito riferimento alla destra.
L’arretramento degli studenti di sinistra pareva, soprattutto negli ultimi anni, una questione assodata e irreversibile.

Fino al 2019, quando un gruppo di ragazze e di ragazzi guidati da Guglielmo Caversazio ha deciso di presentare la lista Sinistra Universitaria alle elezioni di Ateneo.
Presero 1.166 voti al Senato Accademico e 943 voti al Consiglio di Amministrazione, riuscendo ad eleggere Emilio Moraschi al Senato.

Alle elezioni di quest’anno, Sinistra Universitaria si è presentata ancora più organizzata, potendo contare su un gruppo di giovani capaci e determinati, che non hanno paura di nascondere le proprie idee politiche dietro formule astruse o paraventi di maniera.

Hanno costruito una bella campagna, con proposte chiare come quella di aumentare la progressività delle tasse universitarie oltre il limite dei 100mila euro di reddito familiare, o quella dell’abbonamento unico regionale per il trasporto pubblico degli studenti.

E i risultati sono arrivati. Alle elezioni chiuse ieri, Sinistra Universitaria è risultata la seconda lista dell’Ateneo, quasi raddoppiando i voti di due anni fa.
Per la prima volta dopo anni la sinistra ha riportato un suo rappresentante in Consiglio di Amministrazione.

Con 1.678 voti al Senato e 1.286 al CDA, sono stati eletti rispettivamente Benedetta Motta e Antonio Bertani.

A loro un grande in bocca al lupo, e un ringraziamento a tutta la squadra e in particolare a Gianluca Fiorenza, Davide Patrone, Luca Nigro, Francesco Tognoni, Sofia Di Patrizi, Emilio Moraschi e Guglielmo Caversazio.

Questi ragazzi hanno riportato la Sinistra dove doveva stare, negli organismi di governo dell’Università, a rappresentare gli studenti.

Non è poco quello che ci insegnano.
Non bisogna avere paura di chiamare le cose con il loro nome: una lista di sinistra si può chiamare così.
E una battaglia che sembra impossibile si può vincere se ci si crede fino in fondo e se è una battaglia giusta.

Grazie ragazze e ragazzi, ora, smaltita la festa, occupatevi del PD.

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