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BUS O FILOBUS? INTANTO E’ TUTTO FERMO

Da più di un anno il Governo ha stanziato 471 milioni di Euro per finanziare il piano “Quattro assi di forza” presentato dal Comune di Genova per migliorare il trasporto pubblico locale.
Ma il Comune continua a cambiare idea su come spendere quei soldi.

Il piano originario prevedeva quattro nuove linee di filobus, a ponente, levante, in centro e in valbisagno. Ma dopo aver ottenuto i denari il Comune ha cambiato proposta.

La tecnologia del filobus sembra superata, si passa agli autobus elettrici.
I nuovi bus elettrici Opportunity Charge presentati lo scorso giugno in commissione consiliare dovevano essere la soluzione ai problemi del trasporto cittadini. Autobus che si ricaricano ai capolinea, o addirittura alle fermate. Una soluzione innovativa che rivoluzionerà la mobilità.

Da qualche settimana corre voce che il governo non abbia dato assenso al cambio progettuale in corsa del Comune, anche sulla base della non particolare affidabilità del sistema sperimentale proposto.

Si torna ai filobus?
Quasi. Il Comune cambia ancora il progetto e punta sui Bus con tecnologia “in charge motion”. Autobus elettrici che per un tratto si comportano come i filobus collegati ai fili aerei, e per un'altra tratta possono procedere senza fili con le batterie accumulate nel frattempo.

Il vantaggio è quello di una minore infrastruttura aerea. Lo svantaggio è ancora l’incertezza di una tecnologia pochissimo utilizzata, con incognite non piccole sulla manutenzione di mezzi che si attaccano e staccano dai fili ad ogni corsa.

La certezza, però, è che da più di un anno si discute come spendere i soldi già arrivati. E intanto tutto resta come prima.
La progettazione definitiva dovrà attendere la scelta del tipo di bus. E per ora potranno partire solo le gare per la ristrutturazione delle rimesse.

Resta un’incognita la possibilità di utilizzare gli autobus a 24mt, che il Ministero sembra voler autorizzare per la prima volta in Italia solo nelle corsie protette. Quindi non a Genova dove il nuovo piano del trasporto pubblico prevede tutte tratte promiscue, con corsie protette al 70%.

C’è poi il tema delle linee collinari, tagliate senza pietà dal progetto, e delle rotture di carico con necessità di cambiare almeno due autobus per arrivare dalle colline al centro.

Infine l’integrazione con la ferrovia è la grande assente di questo progetto. Nonostante siamo a pochi mesi dalla conclusione del nodo ferroviario che libererà spazio per nuovi treni urbani, il piano del Comune ignora che a ponente, levante e valpolcevera nuove fermate del treno potrebbero essere la vera soluzione.

Insomma, oltre al ritardo di più di un anno, c’è il rischio di spendere 471 milioni di Euro senza alcuna garanzia che velocità, comodità, e capillarità del servizio miglioreranno per gli utenti.

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