Lo strumento più nobile e più alto di chi amministra una città è quello della pianificazione urbanistica. Che non è una tecnicaglia da addetti ai lavori ma è la scelta che compie l’ente pubblico sul futuro del proprio territorio, disegnando nero su bianco la propria idea di sviluppo, determinando la visione della città in un contesto geografico, economico e sociale certamente più ampio.
La Giunta Bucci ha rinunciato a farlo. Senza una propria idea di città, il Comune non pianifica più ma si limita ad assecondare gli interessi particolari che via via gli sono sottoposti. Ne derivano scelte senza armonia, prive di un disegno complessivo, talvolta confliggenti tra di loro, quasi sempre in contrasto con gli strumenti di pianificazione precedentemente approvati.
La serie record di varianti e aggiornamenti al PUC varati in quattro anni dimostra proprio questo spirito. Il Comune non decide più la destinazione delle aree urbane, compiendo appunto una scelta discrezionale e politica, ma approva le richieste che gli pervengono, al grido di “perché no”. Il Comune sta a guardare, al limite regola il traffico degli interessi, ma non imprime una visione alla città.
E così si arriva all’assurdo per cui si realizzano supermercati e parcheggi sotto la rotonda di Carignano, e si acconsente alla più grande struttura di vendita della città al centro del nodo stradale di San Benigno proprio all’imbocco del traffico passeggeri del porto. Sulla cima degli Erzelli, che doveva essere parco scientifico e tecnologico, si mette un parcheggio per TIR.
A Nervi, si demolisce la piscina del porticciolo per realizzarne un’altra sul tetto di un supermercato, utilizzando in parte denari pubblici. Sulla collina di Vesima, ultimo versante agricolo della città, nasceranno trenta nuove villette.
Nell’area ex Mira Lanza, 40.000 mq nel cuore della Val Polcevera che doveva ospitare la piastra sanitaria della valle, dopo l’acquisto da parte della bergamasca COSPE il Comune ha modificato il PUC eliminando la funzione sanitaria e residenziale, a vantaggio di quella produttiva e commerciale.
L’esempio più recente è quello di Villa Bombrini, al posto del parco urbano che deve nascere dove un tempo c’erano i gasometri di Cornigliano il Comune vuole realizzare un enorme capannone che ospiterà un palasport. Una struttura tanto impattante da sembrare un pesce d’aprile, ma che risulta avere già ricevuto l’apprezzamento del Comune con apposita delibera di Giunta.
Siamo la città che decide di realizzare un (costosissimo) parco urbano sotto il viadotto autostradale, e piazza un capannone al posto del parco che doveva circondare Villa Bombrini. Basterebbe questo per capire che la direzione è sbagliata.
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