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UNA TRENTINA DI VILLETTE PER DIFENDERE L’AGRICOLTURA

Questa mattina abbiamo discusso in Commissione consiliare della famigerata variante urbanistica di Vesima.

Il proprietario dell’intera collina chiede di modificare la disciplina urbanistica del PUC, approvato dalle amministrazioni di centrosinistra che vincola l’area a destinazione agricola, consentendo finalmente di costruire nuove abitazioni.

L’intento è quello di costruire decine di villette, più vicino al mare possibile, alla faccia del vincolo di insediamento sparso.

Il Comune risponde sostanzialmente di sì.
E per giustificare l’indifendibile arriva a sostenere che lo spopolamento della Vesima non dipende dagli sfratti intimati dal proprietario o dalla mancanza dei servizi primari (strade, acqua, fognature), ma dal divieto di costruire villette.

Proprio così.
Si legge nella relazione urbanistica preparata dagli uffici comunali: “La nuova disciplina che si vuole imprimere alle aree in oggetto vede la residenza “libera”, ovvero non soggetta ai vincoli delle costruzioni residenziali in zona agricola, non semplicemente come una funzione ammessa o compatibile, bensì come funzione essenziale per il conseguimento delle finalità sottese alla disciplina di zona, ovvero il presidio territoriale e agricolo”.

Una trentina di villette per difendere l’agricoltura.
E’ questo il motto del Comune.

Altro che difesa del suolo, costruire sul costruito, tutela del verde e dei corridoi paesaggistici.
Nel 2021 la risposta del Comune di Genova è costruiamo palazzine.

Di che numeri parliamo, esattamente?
La variante consentirà la costruzione di 6.470 mq di nuove residenze in zona agricola senza alcun vincolo strumentale all’agricoltura.

A questi si aggiungono:
4.800 mq di residenza esistente, e diritto di ampliamento di 960 mq (20%)
2.235 mq di ruderi che diventeranno residenze, con ampliamento di 447 mq.

Il totale fa 14.912 mq di abitazioni, dei quali 10.112 mq nuovi di zecca.

Una colata di cemento che fa paura perfino a Regione Liguria, che in sede di valutazione ambientale della variante ha osservato: “L’intervento ancorché in fase preliminare, presenta alcune criticità sotto molteplici profili in relazione alla normativa paesaggistica vigente.”
E ancora: “L’indice di edificabilità determina densità edilizie che eccedono i limiti di consistenza dell’insediamento sparso (IS) risultando più proprie di un assetto di tipo diffuso”.

Ma l’osservazione più puntuale è quella di Città Metropolitana
“Con riferimento a tutti gli strumenti di pianificazione di livello metropolitano, si segnala che particolare attenzione viene posta alla riduzione di consumo di suolo, rispetto alla quale la variante non risulta tenere conto, dovendosi in tal senso effettuare le opportune valutazioni e modificazioni da parte della Civica Amministrazione.

Come a dire: tutti gli atti pianificatori di Comune e Provincia invocano la riduzione di consumo del suolo.
Era proprio così, prima che arrivasse Bucci.

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