Sono arrivati in questi giorni nelle cassette delle lettere dei genovesi i bollettini di saldo della TARI, con scadenza il prossimo 18 dicembre.
L’acconto lo avevamo pagato a giugno. Ma qualcosa non torna rispetto all’anno scorso. Il bollettino è più caro.
Non è un errore, la tariffa rifiuti per le utenze domestiche quest’anno è aumentata in media del 14,1%.
Le famiglie genovesi quest’anno sborseranno ad Amiu e al Comune 84 milioni di Euro, esattamente 10,4 milioni in più dell’anno passato.
Ma cosa è successo? Perché paghiamo di più, visto che il servizio non è migliorato?
E’ successo che in questi 4 anni la Giunta Bucci ha fatto finta di risolvere il problema rifiuti. Ha proclamato di avere trovato la soluzione, ma invece ha costruito solo un artificio contabile, smontato dalla Corte dei Conti.
I rifiuti continuano a dover essere smaltiti fuori Genova e fuori Regione con costi altissimi. Nessuno degli impianti di smaltimento promessi nel 2017 è stato realizzato. Non è stata ripristinata nemmeno l’isola ecologica travolta dal crollo del Morandi. E la raccolta differenziata è aumentata di un punto in 4 anni. L’unico impianto in corso di costruzione lo sta realizzando IREN, proprio l’azienda che Bucci aveva promesso di tenere lontana da AMIU, che dovrà pagare per utilizzarlo.
Per nascondere i costi altissimi di gestione dei rifiuti in questi anni la Giunta Bucci ha coperto parte della tariffa con denari del Comune. L’anno scorso l’iniezione di risorse pubbliche era arrivata fino a 30 milioni, su un gettito complessivo poco superiore a 160 milioni tra utenze domestiche e non.
Quest’anno la Corte dei Conti ha dichiarato illegittimo l’artificio contabile inventato dalla Giunta, e il castello di carte è crollato su sé stesso. I costi altissimi sono finiti in tariffa, e quindi sulle spalle dei genovesi.
Grazie ai fondi dell’emergenza Covid il Comune ha potuto evitare quest’anno che tutti 30 milioni finissero in tariffa, ma è evidente che l’anno prossimo ci sarà un ulteriore aumento.
Secondo il report di Cittadinanzattiva Genova è la seconda città più cara d’Italia. Siamo dietro solo a Catania. E precediamo Benevento, Salerno, Napoli e Reggio Calabria.
Nel 2023 potremmo diventare primi. Della classifica di chi paga più caro le promesse mancate di chi ci governa.
Attenzione! Alessandro Terrile utilizza cookie a scopi funzionali e analitici per migliorare la tua esperienza di navigazione. Proseguendo la navigazione acconsenti all'uso dei cookie. Per maggiori informazioni, leggi l'informativa sui cookies.