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BILANCIO DEL COMUNE 2022, LA MIA DICHIARAZIONE DI VOTO

Questo è il primo bilancio che il Consiglio Comunale approva senza tenere conto del parere dei Municipi.

E’ il primo bilancio che esaminiamo dopo la riforma dello Statuto e del Regolamento per il Decentramento, che consentono alla Giunta Comunale di tirare diritto, senza dover richiedere il riesame ai consigli di Municipio che si fossero espressi in senso contrario, senza neppure la possibilità per i consiglieri comunali di ascoltare in commissione le ragioni della contrarietà dalla viva voce dei Presidenti di Municipio.

Quest’anno poi noi consiglieri comunali non abbiamo potuto nemmeno presentare emendamenti che tenessero conto dei 5 pareri contrari pervenuti, perché per la maggiorparte quei pareri sono stati espressi successivamente al termine fissato per presentare documenti. E questo è avvenuto perché il termine per presentare emendamenti e ordini del giorno era di due giorni precedente al termine che avevano i municipi per esprimere il parere.

E’ questa, e lo abbiamo constatato, la rilevanza che hanno i Municipi nella vostra visione di città. Dovreste essere coerenti, fino in fondo ed abolirli i Municipi, perché in queste condizioni non hanno alcun motivo di esistere, se non quello di costruire ceto politico che non ha alcuna funzione amministrativa.

Non è questa l’idea di decentramento, non è questa la visione che aveva portato negli scorsi decenni a costruire le circoscrizioni e poi i municipi.
E le conseguenze si vedono, nel bilancio del Comune e nella città.

Senza il ruolo dei Municipi di segnalazione, di intervento di programmazione dei lavori pubblici, la nostra città è più sporca, la manutenzione puntuale è carente.

E’ perfino più buia la città, e lo abbiamo sottolineato con un ordine del giorno approvato dal Consiglio che segnala come l’appalto a City Green Light con la sostituzione delle lampade ha provocato al netto dei disservizi e della lentezza del pronto intervento un calo netto nella luminosità delle nostre strade.

Senza il ruolo dei Municipi nella formazione del bilancio, e in particolare del programma triennale dei lavori pubblici, il bilancio ha un altro aspetto. Anche solo confrontandolo con la previsione 2021-2023 che abbiamo approvato poco più di nove mesi fa.

Il confronto non è facile, anche perché dopo aver eliminato nel 2018 l’annuario statistico, questa amministrazione quest’anno ha eliminato le somme nello schema triennale dei lavori pubblici. Non c’è più il riepilogo finale, non ci sono più neppure le somme in calce ad ogni macrovoce.
L’ho segnalato in Commissione consiliare.

Eppure, impiegando un po’ di tempo le somme si possono fare, e si nota che nonostante le ingenti risorse pubbliche derivanti dal Governo nazionale c’è una contrazione di investimenti per l’annualità 2022, rispetto a quanto era stato previsto nel triennale approvato a marzo.

Il totale degli investimenti per il 2022 è di 88,7 milioni di Euro, per quasi tre quarti assorbiti da tre grandi voci:
- Il parco del ponte in Valpolcevera, cui vanno 32,7 milioni ;
- La progettazione degli assi di forza del trasporto pubblico, cui vanno 19,4 milioni;
- Il waterfront di levante, cui vanno 12,5 milioni.

Rimane per tutto il resto (manutenzioni scolastiche, interventi puntuali, manutenzione diffuse, lotta al dissesto idrogeologico) la somma di 24,1 milioni di Euro.

Se poi andiamo ad esaminare le singole macrovoci, ci accorgiamo che per le manutenzioni scolastiche la previsione per il 2022 dello scorso triennale era di 7 milioni. Oggi scende a 1,5 milioni.

Va ancora peggio alle manutenzioni diffuse che passano da 10,5 milioni previsti a soli 500.000 euro.
Le risorse per la messa in sicurezza dei torrenti dei rivi per il 2022 passano da 6,2 a 4,3 milioni.

Ma anche sul Waterfront di levante, le risorse stanziate per l’anno prossimo scendono rispetto all’ultima previsione approvata da questo Consiglio: si passa da 22,3 a 12,5 milioni. Un segnale che conferma il ritardo nell’esecuzione dei lavori, dovuta con ogni probabilità alle problematiche emerse nello scavo dei canali e alla necessità di bonifica dell’area.

Molte delle opere pubbliche previste per il 2022 slittano in avanti nel tempo. E’ la preoccupazione espressa dai Municipi, che facciamo nostra, auspicando che il ritardo possa essere ridotto già dalle prossime variazioni di bilancio che lo stesso assessore Piciocchi ha annunciato già per il mese di gennaio.

Assistiamo a un aumento di diverse voci di parte corrente, grazie anche alla decisione dello scorso luglio con la quale la Giunta ha sospeso il pagamento dei mutui, liberando risorse per 18,7 milioni per questa e per la prossima annualità e spostando oltre il 2024 il carico finanziario. Una scelta che ci preoccupa, e che non abbiamo condiviso, perché peserà e non poco sui bilanci dei prossimi anni.

Esprimiamo comunque preoccupazione per alcune diminuzioni di spesa, per i quali auspichiamo un altrettanto rapido intervento in sede di variazioni periodiche. Cito due casi, per tutti gli altri
La spesa per le politica della casa passa da 23 milioni del 2021 a 12 milioni del 2022.

Le risorse per i disabili, nel budget delle politiche sociali, passano da 2 milioni a 1 milione.
Constatiamo l’aumento del budget per i minori, ma ci domandiamo se basti, visto che ancora 73 minori non accompagnati sono parcheggiati in alberghi del centro storico, come abbiamo segnalato con diverse interrogazioni.

C’è poi il tema della spesa effettiva delle risorse. Non basta inserire i denari a bilancio se poi non si trasferiscono a chi eroga i servizi. Faccio l’esempio annoso delle risorse per i centri estivi, che attendono di essere spese dallo scorso luglio.

Il nostro giudizio su questo bilancio è un giudizio negativo, soprattutto perché da queste pagine non si vede una visione di città.

Voi chiedete fiducia al Consiglio Comunale, ma siamo giunti al quarto bilancio della Giunta Bucci e sono i risultati a dirci che non possiamo darvi fiducia.

Dopo quattro anni di governo tutti i numeri della città sono negativi.

Lo è il numero degli abitanti Al 1 settembre 2021 secondo l’istat i genovesi erano 553.947 con un calo di 4.983 abitanti rispetto al 1 gennaio 2021.
Il 1 gennaio 2017 i genovesi erano 584.550. Nei quattro anni e mezzo di amministrazione Bucci Genova ha perso oltre 30.000 abitanti. Ci aveva promesso di arrivare a 700.000 abitanti in 5-6 anni. Ci avevate promesso 30.000 nuovi posti di lavoro, e invece abbiamo 30.000 genovesi in meno.

Diminuiscono gli occupati, in controtendenza con il resto del Nord Ovest. Diminuisce il valore del mercato immobiliare, nonostante vi affanniate a costruire nuove abitazioni.
Diminuisce il numero di imprese e di esercizi commerciali.

Però aumenta la TARI, avevate promesso nel 2017 che non sarebbe aumentata, eppure quest’anno aumenta in media per le famiglie del 14%. Avevate promesso che la raccolta differenziata sarebbe arrivata nel 2020 al 65% e invece siamo dove eravamo nel 2017: al 35%.

Aumentano le sanzioni amministrative da Codice della Strada. E questo è un dato inquietante. Le entrate derivanti dalle multe sono passate da 20 milioni nel 2018 a 51,5 nel 2021. Un aumento del 157% in tre anni.
Ma se guardiamo solo la previsione di nove mesi fa, la stima preventiva per il 2021 era di 35 milioni. Chiuderemo a 51 milioni, con un aumento del 45%

Quest’anno i genovesi versano al Comune di Genova 30 milioni di euro in più di quello che versavano nel 2018. Una scure che si abbatte su una città in crisi.

In questo Bilancio manca, e lo ripeto, una visione di città. Manca un’idea di futuro.
Il futuro del Paese dipende da come spenderemo le risorse del PNRR. Eppure in questo bilancio, in questa amministrazione c’è poco pensiero su come spendere quelle risorse, non ci sono progetti.

Abbiamo presentato diverse proposte, molte delle quali sono state approvate dal Consiglio Comunale.
Abbiamo suggerito di immaginare un nuovo polo scolastico per ogni municipio. Demoliamo l’esistente e costruiamo scuole a norma, senza barriere architettoniche, con palestre, spazi all’aperto, laboratori. Sarebbe l’occasione anche per ripensare la mobilità scolastica.
Abbiamo proposto investimenti per residenze studentesche, che invece sono sparite dal Waterfront, per farci altri appartamenti.
Abbiamo proposto di utilizzare i fondi del PNRR per valorizzare il patrimonio artistico e culturale rappresentato dalle ville e dai parchi storici.

Il Bilancio che ci avete proposto non risponde agli interrogativi profondi del nostro territorio.
Non c’è un’idea di come rendere la città attrattiva per le imprese. Abbiamo proposto di mantenere la destinazione industriale delle aree ilva. L’odg è stato dichiarato inammissibile.
Abbiamo proposto di aprire una discussione pubblica sul trasferimento dei depositi costieri. L’odg è stato dichiarato inammissibile

Non c’è un’idea di come fermare l’emorragia di genovesi, soprattutto di giovani che vanno a studiare o a lavorare all’estero.

Lo dicevamo presentando i documenti ieri pomeriggio: da questa Genova chi può se ne va. Vale per i dipendenti comunali, il cui esodo volontario è sotto gli occhi di tutti. Vale per i genovesi che hanno i mezzi economici e intellettuali per trovare opportunità migliori fuori di qui.

Questa è la cifra più bruciante del fallimento di questa città. Una città in cui chi può va altrove non ha futuro, ma finisce per non avere neppure più anima.

E il fatto che se ne vada chi ha i mezzi non fa che aumentare le diseguaglianze, e i problemi di chi resta, senza avere trovato risposte da questa amministrazione.

Le vostre risposte a questa crisi drammatica sono nuovi supermercati e nuova cementificazione in area agricola, come a Vesima.

Dietro alla retorica del passato glorioso della città, delle repubbliche marinare e della bandiera di San Giorgio il presente è un presente amaro per i genovesi.

Oggi chi governa la città è il vero fautore della decrescita. Di una decrescita infelice, che aumenta le diseguaglianze, che aumenta il divario tra chi sta bene e chi sta peggio, tra chi abita nei quartieri residenziali e chi abita in periferia.

State costruendo una Genova in cui tutto decresce, con rare eccezioni.
Oggi a Genova crescono solo la TARI, le multe, qualche villetta, e molti supermercati.

E’ una visione che non ha futuro, che non funzionava neppure negli anni ’80.
E’ una visione che ignora i principi seguiti da tutte le grandi città europee, che costruiscono sul costruito, che investono nel decentramento e nelle periferie, che sviluppano la mobilità pubblica

Questo bilancio e questa amministrazione denunciano una visione che non è all’altezza di quello che merita la nostra città.
Questo bilancio e questa amministrazione non sono all’altezza del futuro che meritano le genovesi e i genovesi.

Per questo, il nostro voto sarà convintamente contrario.

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