Nuove foto aggiunte

Quest’anno alcune delle orazioni ufficiali per l’anniversario dell’uccisione di Guido Rossa si sono soffermate sulla solitudine dell’uomo, lasciato solo dinanzi alla minaccia del terrorismo.

E’ naturale e doveroso che dopo l’assassinio ognuno degli amici, dei colleghi di fabbrica e di sindacato, dei compagni di partito si sia domandato cosa avrebbe potuto fare per evitare che accadesse quello che è accaduto.

Tuttavia, questa tendenza alla rilettura mi preoccupa.
Non solo perché tenta di trascinare nel fango la storia del movimento operaio e del partito comunista che in quegli anni drammatici seppero fare argine al terrorismo, ma soprattutto perché finisce per risultare perfino vagamente assolutoria delle Brigate Rosse che la mattina di 43 anni fa lo trucidarono sotto casa.

Più passa il tempo, meno sono i testimoni diretti, più la memoria - pur nella complessità del quadro d'insieme - ha il dovere di non confondere le carte e le responsabilità.

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