Sta per giungere a compimento un prezioso lavoro di ascolto, dialogo e confronto per costruire un’ampia coalizione politica a sostegno di una visione di città che metta al centro lo sviluppo di Genova per il prossimo decennio. Una città più giusta, solidale e europea.
Una città in cui la lotta alle diseguaglianze diventi un fattore di crescita, in cui i giovani possano tornare a studiare e a trovare un lavoro di qualità, in cui l’uso dei beni pubblici a cominciare dalle concessioni demaniali sia funzione di sviluppo e occupazione. Una città che crede nel decentramento e nel confronto con i cittadini, capace di uscire dalla retorica del passato glorioso per ricostruire il proprio futuro nella relazione con il nordovest e con l’Europa.
Le diverse disponibilità di alto profilo emerse in queste settimane danno il segno di una rinnovata contendibilità della città alle prossime elezioni amministrative. Il primo obiettivo è quello di non disperderle, coinvolgendo ogni energia in un cammino che sappiamo comunque in salita.
Mercoledì scorso l’alleanza progressista, ecologista e riformista ha deciso di avviare un confronto programmatico con Ariel Dello Strologo, che si concluderà in questi giorni portandoci finalmente all’espressione di una candidatura forte, autorevole, unitaria.
Ariel Dello Strologo saprà incarnare una proposta di coraggiosa e radicale alternativa al centrodestra, aggregando forze politiche e sociali, restituendo protagonismo alle donne e agli uomini genovesi, ai loro quartieri e alle loro peculiarità.
Se siamo arrivati qui, lo dobbiamo soprattutto al Partito Democratico, che ha saputo costruire senza imporre, che ha creduto da subito nella necessità di un campo largo senza cedere alla tentazione di compromessi al ribasso.
Siamo all’inizio di febbraio e oggi il PD è il baricentro di un’alleanza ampia, a sostegno di un candidato di grande qualità, con grandi capacità di espansione.
Il cammino fatto fino a qui è frutto di un lavoro condiviso, ma il merito principale è del segretario del PD genovese Simone D'Angelo, che con garbo e rigore ha tenuto la barra dritta dentro e fuori il PD. In questi mesi ha ascoltato i consigli di tutti e ha saputo coagulare il consenso su una scelta di alto profilo, nell’esclusivo interesse della città.
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