La nuova diga di Genova è una delle più grandi opere pubbliche del Paese. Il costo stimato è di 1,3 miliardi di Euro, finanziati in parte dal Ministero dei Trasporti (500 milioni dal fondo complementare al Pnrr e 100 dal fondo infrastrutture portuali), in parte da un prestito della BEI (264 milioni), dalla Regione (57 milioni) e in parte ancora da finanziare (379 milioni).
Qualche giorno fa Il raggruppamento di società appaltatrici della progettazione di fattibilità tecnico-economica ha redatto su incarico di Autorità di Sistema Portuale una nuova Analisi costi benefici
Lo studio affidato all’Università Bocconi conclude che l’infrastruttura è certamente necessaria, ma i benefici risultano più limitati di quelli previsti nella valutazione del dicembre 2020 e utilizzata per svolgere il dibattito pubblico.
La principale differenza con lo studio precedente sta nel riconoscere che la realizzazione della diga avrà effetti significativi solo sul Terminal Bettolo e sul Terminal Messina. Per gli altri terminal non sarebbe prevista una crescita della capacità legata alla nuova infrastruttura.
Il nuovo studio, infine, a differenza di quello precedente non quantifica le ricadute occupazionali generate dalla nuova diga e non tiene in considerazione la concorrenza interna al Sistema portuale, escludendo le banchine del porto di Pra’ e di Vado Ligure dall’analisi.
Siamo ancora in fase di progettazione di fattibilità e di valutazione dell’impatto ambientale. Genova rischia di perdere una grande occasione, vale la pena riaprire la discussione sul progetto della nuova diga per considerare varianti progettuali che ne aumentino i benefici per tutto il sistema portuale e per la città.
In questo senso va anche la recente proposta di Confindustria Genova, che suggerisce di rinunciare al doppio varco a levante davanti alla Fiera e utilizzare lo specchio acqueo tra la vecchia diga e la città per un riempimento che consenta di ricollocare le riparazioni navali in spazi più adeguati, consentendo peraltro un migliore raccordo urbano tra Porto Antico e Waterfront.
Non è l’unica ipotesi che dovrebbe essere presa in considerazione. In quasi ogni porto del mondo le nuove dighe oltre a difendere lo scalo dal mare aperto sono utilizzate per ricavare spazi in cui collocare attività e servizi portuali.
La nuova diga potrebbe essere il luogo in cui collocare i depositi costieri o altre attività a rischio di incidente rilevante.
E' questo il momento di riaprire la discussione progettuale. Non si dica che è tardi, perché non lo è. Non si dica che passerà un’altra opportunità per pianificare il Porto dei prossimi vent’anni, perché non passerà.
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