BANDIERE, PRINCIPI E PETARDI NELLA GENOVA DA OPERETTA
E’ tutto pronto per la festa della Bandiera. Quest’anno, auspice il turno elettorale, le celebrazioni il 23 aprile saranno in grande stile.
Si comincia con i 25 nuovi pennoni in vetroresina installati su tutto il territorio comunale da Aster al costo di 204.756 euro. Il senso è fare sentire anche le delegazioni parte della grande festa per la bandiera di San Giorgio.
Pazienza se i cittadini delle delegazioni avrebbero preferito che quei denari fossero impegnati per la manutenzione di strade e marciapiedi. Potranno guardare felici la bandiera, e per un giorno non fissare le buche.
Ma la festa non finisce qui. Tra maxi bandiere srotolate in centro, si potrà assistere a Palazzo Ducale alla nomina di 8 nuovi ambasciatori di Genova nel mondo.
In un crescendo di nobiltà, nel Salone del Maggior Consiglio verrà presentata la Rosa di Genova e conferita la cittadinanza onoraria della città al Principe di Monaco, che scoprirà una targa di marmo per l’occasione.
In una bulimia di festeggiamenti seguiranno un quintetto d’archi, cinque bande genovesi in corteo, pattinatori e pattinatrici, sbandieratori, e figuranti in costume.
Se non bastasse, affacciati dalle finestre del Teatro, i musicisti del Carlo Felice eseguiranno La Toccata dall’Orfeo di Monteverdi.
Per chi resiste, a tarda sera, davanti alla fontana di De Ferrari colorata di bianco e di rosso andrà in scena lo spettacolo di giochi di luce a tema floreale a ritmo di musica, definito una “novità assoluta per la Liguria”. Per finire, gli immancabili fuochi d’artificio dal tetto della Regione.
Non è uno scherzo. E' il programma ufficiale della giornata.
Sarà una grande festa. Per un giorno potremo vestire i panni di una Genova protagonista di una stagione di crescita, di sviluppo, lanciata verso un futuro luminoso.
Storditi da luci e suoni vivremo in una Genova da operetta, che annega nella nostalgia dei pizzi e delle repubbliche marinare l’ansia per i problemi irrisolti e per un futuro incerto.
Fino a quando, spenti petardi e riflettori, la decrescita incosciente di Toti e Bucci ci presenterà il conto.
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